22 aprile 2023

Il toro di Wall Street



Il Charging Bull di Wall Street è uno dei simboli più noti della downtown di New York; collocato a Broadway appena a nord del parco di Bowling Green, è da quasi quarant'anni uno dei simboli dell'ottimismo e della forza dell'economia americana. La statua pesa tre tonnellate e due quintali ed è stata realizzata dallo scultore italiano Arturo Di Modica (nato a Ragusa nel 1941 e trasferitosi negli Stati Uniti nel 1973) all'indomani del lunedì nero del 1987, quando il 19 ottobre i mercati mondiali videro un'improvvisa discesa dei valori dei titoli quotati. Di Modica voleva ispirare con la propria scultura l'ottimismo e la determinazione necessari a risollevare i mercati sulla base della propria esperienza personale; lo scultore era infatti arrivato a New York senza soldi e il dinamismo della città gli aveva consentito di diventare un artista di successo.

Per i primi due anni il toro rimase nello studio di Di Modica al numero 54 di Crosby Street, nel quartiere di SoHo, fino a quando la sera del 14 dicembre del 1989 lo scultore, insieme a degli amici che lavoravano per la Bedi-Makky Art Foundry, portò la sua opera a Wall Street e la depose sotto l'albero di Natale di Broad Street davanti al New York Stock Exchange Building, sede della borsa di New York, come un proprio regalo alla città. La mattina del 15 dicembre migliaia di passanti rimasero ammirati davanti all'opera di Di Modica nel quartiere finanziario di Manhattan, mentre lo stesso scultore distribuiva volantini sulla sua scultura. Ma non tutti la accolsero con favore; infatti alcuni funzionari della borsa chiamarono la polizia sostenendo che la statua creasse ingorghi e ostacolasse in traffico. Indipendentemente da ciò, comunque, Di Modica non aveva chiesto il permesso per posare la propria statua sul suolo pubblico. Prima che la polizia prendesse una decisione sulla rimozione, la borsa chiamò una società del Queens a cui commissionò la rimozione del toro.

La statua finì in un deposito per automobili requisite nel Queens e per due giorni nemmeno lo stesso Di Modica seppe dove si trovasse. Lo scultore dovette anche pagare la multa e il trasporto della sua opera, in ogni caso il toro rimase requisito per pochi giorni, perché le proteste della popolazione spinsero il New York City Department of Parks and Recreation (ente che si occupa della gestione e della manutenzione dei parchi della città) a riportarla a Wall Street. Il toro tornò a downtown il 21 dicembre, meno di una settimana dopo la rimozione, tuttavia non venne riportato nella posizione precedente, che era effettivamente in mezzo al passaggio automobilistico, ma due isolati più a sud dove si trova tuttora e dove non intralcia il traffico.

La città di New York concesse allora un permesso temporaneo, dapprima di sei mesi e poi di un anno, ma dopo trentaquattro anni e con il permesso scaduto la statua si trova ancora lì, e il toro non appartiene alla città di New York ma agli eredi di Di Modica (essendo l'autore deceduto nel 2021). Nel 1993 lo scultore tentò di vendere la statua per rientrare dalla spesa di 320.000$ che era costata la sua costruzione, l'unica offerta che arrivò fu di un hotel di Las Vegas che ne offrì solo 300.000 e non venne accettata. Nel 1998 il New York Daily News scrisse che la statua iniziava a sembrare permanente nella sua posizione di Bowling Green. Nel 2004 Di Modica tentò di nuovo di venderla a condizione che non venisse spostata, ma non vi riuscì. Ad oggi la situazione è ancora quella di quando il permesso scadde nel 1990.

Il toro di Wall Street divenne negli anni così emblematico da venire replicato e oggi non è solo un simbolo di New York: la prima replica esiste dal 2008 alla borsa di Mumbai, una scultura simile esiste dal 2010 a Shanghai e dal 2019 un toro realizzato dallo stesso Di Modica è stato posto davanti alla borsa di Amsterdam.

Nato quindi come un dono spontaneo alla città, il Charging Bull è oggi uno dei monumenti più famosi e identificativi di Manhattan ed è diventato uno dei passaggi obbligati quando si attraversa il distretto finanziario. E questa icona della città è di origine è al 100% italiana.


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