9 giugno 2020

Il COVID-19 era già diffuso prima di dicembre 2019?

L’origine del virus SARS-CoV-2 purtroppo non è ancora sufficientemente chiara e sui media si rincorrono le teorie più disparate, alcune legittime e alcune un po’ troppo fantasiose. Ad esempio secondo alcuni medici europei e secondo un recente studio dell’università di Harvard è possibile che il virus sia passato all'uomo già nei mesi di ottobre e novembre del 2019, mentre secondo i dati ufficiali il primo paziente ricoverato a Wuhan sarebbe del 16 dicembre e la diagnosi di un nuovo coronavirus è stata effettuata il 31 dicembre 2019.

Le informazioni così poste sembrano contraddittorie, ma in realtà la possibilità che il virus fosse già in circolo prima di dicembre non regge a un minino di rigore critico, almeno con le informazioni disponibili finora.


Il rasoio di Occam

Il principio filosofico del Rasoio di Occam ci insegna che tra due spiegazioni dello stesso fenomeno è da preferire la più semplice, cioè quella che richiede meno assunzioni. Supporre che il virus sia passato dall'animale all'uomo prima dell’inizio di dicembre significa fare le seguenti assunzioni:
  • Il virus era sparso in tutto il mondo già prima di dicembre e nessuno se n’è accorto: Il virus SARS-COV2 ha un indice di contagiosità molto alto, come dimostra il confronto video con altre epidemie precedenti e come dimostrano anche i numeri del caso italiano: dal paziente uno sono passati solo 8 giorni prima che i casi accertati fossero 1000, e in 20 giorni si è arrivati a 10.000. Inoltre per lo standard di vita del ventunesimo secolo un virus può diffondersi da un continente all'altro nel tempo di un viaggio intercontinentale di un solo paziente positivo (e magari inconsapevole); il concetto è spiegato molto bene nel capitolo The New World Order (titolo che stimolerà la fantasie dei complottisti) del libro Deadliest Enemy di Michael Osterholm e Mark Olshaker del 2017. È quindi impensabile che se il virus era nell'uomo già in autunno non ci fossero migliaia di casi in Europa o America (e di conseguenza ospedali sovraccarichi), soprattutto considerando che al tempo non veniva attuata nessuna quarantena né misurazione della temperatura negli aeroporti. Inoltre Wuhan non è un villaggio sperduto, ma la quinta metropoli più grande della Cina e ha un traffico aereo e terrestre notevole: per fare un paragone è come se parlassimo di Philadelphia per gli USA o Fortaleza per il Brasile. Se il virus era diffuso nel mondo prima di dicembre, come sarebbe possibile che nessuno se ne sia accorto è inspiegabile.
  • È un caso che il primo medico a diagnosticare un nuovo coronavirus fosse proprio a Wuhan: Come conseguenza del primo punto, dobbiamo assumere che se il virus a fine 2019 era già ovunque nel mondo è stato un caso che il primo a diagnosticare un nuovo coronavirus sia stato proprio un medico dell’Ospedale Centrale di Wuhan, la città da cui il virus è partito. Caso tanto più improbabile se si pensa che la Cina ha tentato di insabbiare le notizie sulla diffusione del nuovo virus.
  • È un caso che i primi casi registrati al pronto soccorso di Wuhan fossero legati al mercato ittico: Come conseguenza del punto precedente, se il virus era già diffuso in tutta la Cina e in tutto il mondo prima di dicembre 2019 deve essere stato un evento del tutto fortuito che i primi casi giunti al pronto soccorso di Wuhan fossero legati al mercato ittico. Il virus è partito da lì, e su questo non ci sono dubbi; il fatto che i primi casi registrati al pronto soccorso di Wuhan alla fine di dicembre venissero dal mercato ittico sarebbe invece una completa casualità perché avrebbero potuto provenire da ovunque altro e anche da posti diversi tra loro.

La teoria ufficiale invece richiede una sola assunzione: il virus non era passato all'uomo prima di dicembre 2019.

Cosa dice la comunità scientifica?

Il parere della maggioranza della comunità scientifica, basato sull'analisi della sequenza di DNA del virus, conferma che il virus sia passato all'uomo tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre; aggiungendo il periodo di incubazione, questo è compatibile con il fatto che i primi casi siano emersi intorno alla metà di dicembre. Ad esempio, varie pubblicazioni su Nature e Lancet confermano questa ipotesi.

D’altra parte i racconti dei medici italiani e francesi che sostengono che ci fossero casi riconducibili al COVID-19 già a novembre sono solo dichiarazioni a titolo personale e non sottoposte a peer review. Inoltre molte di queste testimonianze parlano di sintomi compatibili, ma considerando che anche la comune influenza stagionale e la polmonite hanno sintomi compatibili con il COVID-19 potrebbe essersi trattato di patologie diverse.

Il recente studio di Harvard sulle auto parcheggiate

Ai primi di giugno l’università di Harvard ha pubblicato uno studio secondo cui dalle foto satellitari risulta che negli ospedali di Wuhan già a partire da agosto del 2019 ci sarebbero state più auto parcheggiate rispetto agli anni passati e questo potrebbe indicare che il virus era già presente allora.


Questa teoria è sufficientemente ridicola da non meritare ampia trattazione, comunque è ovvio che il numero di auto parcheggiate non indica in alcun modo la presenza del COVID-19 tra gli umani. Le auto potrebbero essere dello staff ospedaliero, potrebbero essere di pazienti di altri reparti, potrebbero essere dovute ad altri virus, ad eventi pubblici (conferenze o convegni) presso l’ospedale, potrebbero essere dovute (ad esempio) a problemi temporanei del trasporto pubblico che ha portato pendolari e pazienti a usare l’auto privata, o ancora a indisponibilità temporanea di parcheggi sotterranei.

Conclusioni

Che il virus SARS-COV2 sia passato all'uomo prima dell’inizio di dicembre del 2019 è finora del tutto aneddotico; la schiacciante maggioranza delle prove indica che non è successo. Ovviamente ogni indagine ufficiale che faccia luce su questo aspetto sarà benvenuta.

Nessun commento:

Posta un commento