Il 15 luglio del 1997, Andrew Cunanan, omicida plurimo a cui stavano dando la caccia le principali agenzie investigative degli Stati Uniti e le forze di polizia locali, uccise con due colpi di pistola lo stilista Gianni Versace sui gradini della villa di quest'ultimo al numero 1116 di Ocean Drive. Cunanan riuscì a sfuggire alle forze dell'ordine per un'altra settimana prima di suicidarsi con la stessa pistola con cui aveva ucciso lo stilista in una casa galleggiante in cui si era rifugiato.
Proprio quest'anno ho deciso di tornare in questa magnifica città per la terza volta e decido anche di fare un giro più approfondito nei luoghi cruciali di questo insolito caso. Il punto da cui partire per ricostruire quei momenti drammatici è ovviamente proprio la villa di Versace, costruita nel 1930 con il nome di Casa Casuarina nello stille del revival mediterraneo. La villa fu comprata nel 1992 da Versace che ci abitò fino al giorno della sua morte. Oggi la costruzione è sede di un albergo e davanti al suo ingresso si fermano sempre decine di turisti che fotografano l'edifico o leggono il menù del ristorante. Passandoci davanti è impossibile non fermarsi un attimo a immaginare la scena, con lo stilista italiano che torna dal suo caffè mattutino e trova il suo assassino che senza un motivo apparente gli spara da pochi metri.
La villa di Versace a Ocean Drive |
Questa volta, mentre sono davanti alla villa, non succede niente di particolare ma la mia mente corre a quando su questo stesso marciapiede cinque anni fa un ragazzo mi chiese di fargli una foto davanti alla villa e balzai indietro notando l'incredibile somiglianza con Andrew Cunanan. Si trattò ovviamente di un caso e di un'autosuggestione, ma una di quelle che restano impresse.
Se questa è la scena più nota relativa a quel terribile giorno, non è comunque l'unica e sulla stessa strada ci sono almeno altri due luoghi cruciali che meritano una visita.
Il primo di essi è il News Cafe al numero 800 di Ocean Drive che Versace frequentava per il proprio caffè mattutino e per comprare i giornali che leggeva quotidianamente. Nel locale si sente costantemente dagli altoparlanti della musica easy listening degli anni 70, 80 e 90 e viene da chiedersi quante volte in quegli stessi ambienti lo stilista abbia sentito quelle stesse canzoni. Fuori dal locale, sulla veranda, una targa ricorda che quello è l'ultimo posto visitato da Versace prima della sua morte e che da allora il News Cafe è dedicato a lui.
Chiedo a uno dei camerieri se ci fosse un tavolo o una zona che lo stilista preferiva, ma purtroppo non mi sa aiutare. Mi racconta comunque che Versace era solito prendere lì un caffè espresso ogni mattina, risolvendo quindi l'equivoco che potesse trattarsi di caffè americano o di un cappuccino, e mi conduce all'interno dove sono affisse numerose foto della storia del locale, e tra quelle risalenti agli anni 90 ce ne sono molte che mostrano Versace al News Cafe in compagnia del clienti e dello staff. Tra le foto spicca un quadro con le prime pagine dei giornali italiani del 16 luglio 1997 che riportavano la drammatica notizia dell'omicidio.
A poche centinaia di metri dal News Cafe c'è un altro posto importante per la ricostruzione di quanto accaduto: il parcheggio municipale sulla 13esima strada dove Andrew Cunanan lasciò il pick-up che aveva rubato a William Reese nel New Jersey dopo averlo ucciso e con il quale era arrivato fino in Florida. Cunanan parcheggiò il veicolo lì il 10 luglio e non lo spostò più. Essendo un parcheggio pubblico ci si entra senza problemi, ma vorrei capire in quale stallo Cunanan aveva lasciato il proprio mezzo. Chiedo al custode, ma non mi sa aiutare, anzi non sapeva nemmeno che quello fosse il parcheggio utilizzato dall'assassino. Allora gli mostro delle foto della stampa dell'epoca per provare a capire insieme almeno a quale piano facciano riferimento, ma anche questo tentativo è vano perché i piani sono tutti uguali e provare a capire l'orientamento delle foto sui giornali dell'epoca in base alla luce che entra da fuori è ovviamente troppo complicato. L'unica conclusione a cui arriviamo è che il piano non è l'ultimo, perché dalle foto sulla stampa si vede che c'è un piano oltre a quello dove ha parcheggiato Cunanan.
Il primo piano del parcheggio |
Il secondo piano del parcheggio |
Poche ore dopo però forse riesco a dipanare il dubbio; incontro per la serata l'ex procuratore Michael Band che al tempo era stato assegnato a questo caso (che ho intervistato in passato su questo blog e che di recente ho ospitato anche sul mio canale YouTube) e gli chiedo se si ricorda dove si trovasse il pick-up. Mi dice che in base ai suoi ricordi dovrebbe trattarsi del primo piano, piuttosto che niente è meglio questa indicazione anche se basata solo su un ricordo.
Di luoghi a Miami Beach importanti per questo caso ce ne sono molti altri, ad esempio il Normandy Plaza Hotel, dove Cunanan passò gli ultimi due mesi della sua vita da quando arrivò in Florida, il negozio di pegni Cash on the Beach al numero 243 della 71esima strada, dove l'assassino vendette alcuni oggetti rubati alla terza vittima Lee Miglin (il negozio oggi è stato sostutito da un altro ma è ancora visibile nell'immagine del 2007 di Google Street View) oltre ovviamente al luogo dove era posizionata la casa galleggiante in cui l'assassino pose fine alla sua stessa vita. Ma li ho lasciati per il prossimo viaggio a Miami, per la prossima volta che tornerò tra queste strade tra cui Gianni Versace ha trascorso gli ultimi anni della sua vita e da cui la sua presenza non se n'è mai andata.