25 agosto 2024

Visita al Memoriale di Pearl Harbor

L'ultima tappa del viaggio americano di quest'anno è la capitale delle Hawaii Honolulu, una delle metropoli più note degli USA nonostante si trovi a ore e ore di volo da tutte le altre, celebre soprattutto per il quartiere di Waikiki e la sua omonima spiaggia.

La bandiera sopra al memoriale della USS Arizona fotografata da dentro il memoriale

A poche decine di chilometri da Honolulu si trova il Memoriale di Pearl Harbor che ricorda il terribile attacco giapponese contro la marina degli Stati Uniti del 7 dicembre del 1941 che causò l'ingresso di questi ultimi nel secondo conflitto mondiale, questo sito storico è sicuramente uno dei punti di maggiore interesse dell'intera isola di Oahu.

Il memoriale è gestito dal National Park System e appena entro i volontari ci consigliano di metterci in coda per andare al Memoriale della USS Arizona anche se siamo un'ora in anticipo rispetto alla prenotazione, perché per via del forte vento potrebbero sospendere le visite, visto che ci si arriva con il battello. E quindi mi registro per la visita e mi metto in fila. Prima di salire sul battello che ci porta al memoriale entriamo in una sala cinema dove un ranger ci racconta brevemente la storia di ciò che stiamo per vedere dicendo di essere orgoglioso di lavorare per la nazione migliore del mondo e raccontando anche la storia di una signora ottantatreenne che pochi mesi prima ha visitato il sito per commemorare il padre morto sulla USS Arizona che non ha mai conosciuto.

In pochi minuti il battello ci porta al memoriale, dove il senso di star vedendo qualcosa di storico, di eroico e di terribile è molto forte. La struttura è costruita trasversalmente alla lunghezza della nave, una rappresentazione grafica al centro della stessa mostra la posizione del memoriale rispetto ai resti della nave e indica dove guardare per vederli. A destra si vede ancora distintamente una delle torrette del cannone e a sinistra uno dei fumaioli.

La torretta del cannone
Il fumaiolo

Nella stanza in fondo sulla parete sono incisi i nomi delle 1177 vittime dell'attacco. Una volontaria ci racconta come molti di loro fossero fratelli e che per loro la Marina Militare non era solo il luogo di lavoro ma la loro seconda casa e come molti dei sopravvissuti all'attacco abbiano deciso comunque di essere sepolti proprio in quel luogo alla loro morte.

I nomi delle vittime

La visita al memoriale dura circa venti minuti al termine dei quali torniamo nella struttura principale dove vedo che della USS Arizona è sopravvissuta anche un'ancora, che è esposta sulla terraferma. Devo decidere cos'altro vedere nel tempo che mi rimane e scelgo il museo del sottomarino USS Bowfin risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Prima di entrare nel sottomarino dedico qualche minuto al museo sui sottomarini che lo precede, l'esposizione ha sezioni dedicate al ruolo dei sottomarini dalla Seconda Guerra Mondiale ai giorni nostri, passando per la guerra fredda. Vista questa prima parte, un ponte conduce al sottomarino che si può visitare sia esteriormente che entrando al suo interno e vedendone la tecnologia bellica e gli oggetti di uso quotidiano come brande, cucine, bagni e carte da gioco. Ciò che colpisce è quanto angusti siano gli spazi e i passaggi e noto che le persone più alte hanno notevoli difficoltà a passare da una sezione all'altra, attraversando quegli stretti varchi.

L'ancora sopravvissuta
Lo USS Bowfin

Purtroppo mi manca il tempo per vedere anche il resto del memoriale di Pearl Harbor, ci vorrebbe la giornata intera. Ma quello che ho visto mi basta a capire che da questo posto nel 1941, in quello che è stato definito dal presidente Franklin Delano Roosevelt Il Giorno dell'Infamia, non sono cambiate solo le sorti della guerra ma è cambiata la storia del mondo. Perché, come recita un murale all'interno del museo sui sottomarini, Freedom Is Not Free.

29 agosto 2023

Sui luoghi dell'omicidio di Gianni Versace

La città di Miami evoca immediatamente alla memoria spiagge tra le più belle del mondo, la vita notturna di Ocean Drive, i quartieri di Little Havana e Little Haiti dove vivono le comunità cubane e haitiane, la zona del porto di Bayside e mille altre suggestioni che rendono questa una delle città più note degli Stati Uniti. Questo singolare scenario è stato anche il luogo dove nel 1997 si è compiuto uno dei casi di omicidio più famosi della storia recente, l'unico caso di omicidio seriale il cui una delle vittime è più famosa dell'assassino stesso: l'omicidio di Gianni Versace ad opera dello spree killer Andrew Cunanan.

Il 15 luglio del 1997, Andrew Cunanan, omicida plurimo a cui stavano dando la caccia le principali agenzie investigative degli Stati Uniti e le forze di polizia locali, uccise con due colpi di pistola lo stilista Gianni Versace sui gradini della villa di quest'ultimo al numero 1116 di Ocean Drive. Cunanan riuscì a sfuggire alle forze dell'ordine per un'altra settimana prima di suicidarsi con la stessa pistola con cui aveva ucciso lo stilista in una casa galleggiante in cui si era rifugiato.

Proprio quest'anno ho deciso di tornare in questa magnifica città per la terza volta e decido anche di fare un giro più approfondito nei luoghi cruciali di questo insolito caso. Il punto da cui partire per ricostruire quei momenti drammatici è ovviamente proprio la villa di Versace, costruita nel 1930 con il nome di Casa Casuarina nello stille del revival mediterraneo. La villa fu comprata nel 1992 da Versace che ci abitò fino al giorno della sua morte. Oggi la costruzione è sede di un albergo e davanti al suo ingresso si fermano sempre decine di turisti che fotografano l'edifico o leggono il menù del ristorante. Passandoci davanti è impossibile non fermarsi un attimo a immaginare la scena, con lo stilista italiano che torna dal suo caffè mattutino e trova il suo assassino che senza un motivo apparente gli spara da pochi metri.

La villa di Versace a Ocean Drive

Questa volta, mentre sono davanti alla villa, non succede niente di particolare ma la mia mente corre a quando su questo stesso marciapiede cinque anni fa un ragazzo mi chiese di fargli una foto davanti alla villa e balzai indietro notando l'incredibile somiglianza con Andrew Cunanan. Si trattò ovviamente di un caso e di un'autosuggestione, ma una di quelle che restano impresse.

Se questa è la scena più nota relativa a quel terribile giorno, non è comunque l'unica e sulla stessa strada ci sono almeno altri due luoghi cruciali che meritano una visita.

Il primo di essi è il News Cafe al numero 800 di Ocean Drive che Versace frequentava per il proprio caffè mattutino e per comprare i giornali che leggeva quotidianamente. Nel locale si sente costantemente dagli altoparlanti della musica easy listening degli anni 70, 80 e 90 e viene da chiedersi quante volte in quegli stessi ambienti lo stilista abbia sentito quelle stesse canzoni. Fuori dal locale, sulla veranda, una targa ricorda che quello è l'ultimo posto visitato da Versace prima della sua morte e che da allora il News Cafe è dedicato a lui.


Chiedo a uno dei camerieri se ci fosse un tavolo o una zona che lo stilista preferiva, ma purtroppo non mi sa aiutare. Mi racconta comunque che Versace era solito prendere lì un caffè espresso ogni mattina, risolvendo quindi l'equivoco che potesse trattarsi di caffè americano o di un cappuccino, e mi conduce all'interno dove sono affisse numerose foto della storia del locale, e tra quelle risalenti agli anni 90 ce ne sono molte che mostrano Versace al News Cafe in compagnia del clienti e dello staff. Tra le foto spicca un quadro con le prime pagine dei giornali italiani del 16 luglio 1997 che riportavano la drammatica notizia dell'omicidio.

A poche centinaia di metri dal News Cafe c'è un altro posto importante per la ricostruzione di quanto accaduto: il parcheggio municipale sulla 13esima strada dove Andrew Cunanan lasciò il pick-up che aveva rubato a William Reese nel New Jersey dopo averlo ucciso e con il quale era arrivato fino in Florida. Cunanan parcheggiò il veicolo lì il 10 luglio e non lo spostò più. Essendo un parcheggio pubblico ci si entra senza problemi, ma vorrei capire in quale stallo Cunanan aveva lasciato il proprio mezzo. Chiedo al custode, ma non mi sa aiutare, anzi non sapeva nemmeno che quello fosse il parcheggio utilizzato dall'assassino. Allora gli mostro delle foto della stampa dell'epoca per provare a capire insieme almeno a quale piano facciano riferimento, ma anche questo tentativo è vano perché i piani sono tutti uguali e provare a capire l'orientamento delle foto sui giornali dell'epoca in base alla luce che entra da fuori è ovviamente troppo complicato. L'unica conclusione a cui arriviamo è che il piano non è l'ultimo, perché dalle foto sulla stampa si vede che c'è un piano oltre a quello dove ha parcheggiato Cunanan.

Il primo piano del parcheggio
Il secondo piano del parcheggio

Poche ore dopo però forse riesco a dipanare il dubbio; incontro per la serata l'ex procuratore Michael Band che al tempo era stato assegnato a questo caso (che ho intervistato in passato su questo blog e che di recente ho ospitato anche sul mio canale YouTube) e gli chiedo se si ricorda dove si trovasse il pick-up. Mi dice che in base ai suoi ricordi dovrebbe trattarsi del primo piano, piuttosto che niente è meglio questa indicazione anche se basata solo su un ricordo.

Di luoghi a Miami Beach importanti per questo caso ce ne sono molti altri, ad esempio il Normandy Plaza Hotel, dove Cunanan passò gli ultimi due mesi della sua vita da quando arrivò in Florida, il negozio di pegni Cash on the Beach al numero 243 della 71esima strada, dove l'assassino vendette alcuni oggetti rubati alla terza vittima Lee Miglin (il negozio oggi è stato sostutito da un altro ma è ancora visibile nell'immagine del 2007 di Google Street View) oltre ovviamente al luogo dove era posizionata la casa galleggiante in cui l'assassino pose fine alla sua stessa vita. Ma li ho lasciati per il prossimo viaggio a Miami, per la prossima volta che tornerò tra queste strade tra cui Gianni Versace ha trascorso gli ultimi anni della sua vita e da cui la sua presenza non se n'è mai andata.

22 aprile 2023

Il toro di Wall Street



Il Charging Bull di Wall Street è uno dei simboli più noti della downtown di New York; collocato a Broadway appena a nord del parco di Bowling Green, è da quasi quarant'anni uno dei simboli dell'ottimismo e della forza dell'economia americana. La statua pesa tre tonnellate e due quintali ed è stata realizzata dallo scultore italiano Arturo Di Modica (nato a Ragusa nel 1941 e trasferitosi negli Stati Uniti nel 1973) all'indomani del lunedì nero del 1987, quando il 19 ottobre i mercati mondiali videro un'improvvisa discesa dei valori dei titoli quotati. Di Modica voleva ispirare con la propria scultura l'ottimismo e la determinazione necessari a risollevare i mercati sulla base della propria esperienza personale; lo scultore era infatti arrivato a New York senza soldi e il dinamismo della città gli aveva consentito di diventare un artista di successo.

Per i primi due anni il toro rimase nello studio di Di Modica al numero 54 di Crosby Street, nel quartiere di SoHo, fino a quando la sera del 14 dicembre del 1989 lo scultore, insieme a degli amici che lavoravano per la Bedi-Makky Art Foundry, portò la sua opera a Wall Street e la depose sotto l'albero di Natale di Broad Street davanti al New York Stock Exchange Building, sede della borsa di New York, come un proprio regalo alla città. La mattina del 15 dicembre migliaia di passanti rimasero ammirati davanti all'opera di Di Modica nel quartiere finanziario di Manhattan, mentre lo stesso scultore distribuiva volantini sulla sua scultura. Ma non tutti la accolsero con favore; infatti alcuni funzionari della borsa chiamarono la polizia sostenendo che la statua creasse ingorghi e ostacolasse in traffico. Indipendentemente da ciò, comunque, Di Modica non aveva chiesto il permesso per posare la propria statua sul suolo pubblico. Prima che la polizia prendesse una decisione sulla rimozione, la borsa chiamò una società del Queens a cui commissionò la rimozione del toro.

La statua finì in un deposito per automobili requisite nel Queens e per due giorni nemmeno lo stesso Di Modica seppe dove si trovasse. Lo scultore dovette anche pagare la multa e il trasporto della sua opera, in ogni caso il toro rimase requisito per pochi giorni, perché le proteste della popolazione spinsero il New York City Department of Parks and Recreation (ente che si occupa della gestione e della manutenzione dei parchi della città) a riportarla a Wall Street. Il toro tornò a downtown il 21 dicembre, meno di una settimana dopo la rimozione, tuttavia non venne riportato nella posizione precedente, che era effettivamente in mezzo al passaggio automobilistico, ma due isolati più a sud dove si trova tuttora e dove non intralcia il traffico.

La città di New York concesse allora un permesso temporaneo, dapprima di sei mesi e poi di un anno, ma dopo trentaquattro anni e con il permesso scaduto la statua si trova ancora lì, e il toro non appartiene alla città di New York ma agli eredi di Di Modica (essendo l'autore deceduto nel 2021). Nel 1993 lo scultore tentò di vendere la statua per rientrare dalla spesa di 320.000$ che era costata la sua costruzione, l'unica offerta che arrivò fu di un hotel di Las Vegas che ne offrì solo 300.000 e non venne accettata. Nel 1998 il New York Daily News scrisse che la statua iniziava a sembrare permanente nella sua posizione di Bowling Green. Nel 2004 Di Modica tentò di nuovo di venderla a condizione che non venisse spostata, ma non vi riuscì. Ad oggi la situazione è ancora quella di quando il permesso scadde nel 1990.

Il toro di Wall Street divenne negli anni così emblematico da venire replicato e oggi non è solo un simbolo di New York: la prima replica esiste dal 2008 alla borsa di Mumbai, una scultura simile esiste dal 2010 a Shanghai e dal 2019 un toro realizzato dallo stesso Di Modica è stato posto davanti alla borsa di Amsterdam.

Nato quindi come un dono spontaneo alla città, il Charging Bull è oggi uno dei monumenti più famosi e identificativi di Manhattan ed è diventato uno dei passaggi obbligati quando si attraversa il distretto finanziario. E questa icona della città è di origine è al 100% italiana.


Fonti:

22 marzo 2023

Il Presidente Biden ordina la desecretazione dei documenti di intelligence sull'origine del COVID


Il 20 marzo il presidente Joe Biden ha firmato l'atto legislativo con cui ordina di desecretare i documenti relativi all'indagine commissionata nel 2021 alla United States Intelligence Community sull'origine del COVID-19 nel 2021. L'indagine aveva concluso che quattro agenzie ritengono più probabile che si sia trattato di un'incidente nella catena alimentare, solo l'FBI ritiene più probabile l'incidente di laboratorio, gli altri enti non sono arrivati a stabilire quale ipotesi fosse più probabile. Le agenzie che propendono per l'incidente nella catena alimentare ritengono che le proprie conclusioni abbiano bassa affidabilità, mentre l'FBI attribuisce affidabilità moderata all'esito delle proprie indagini. Recentemente il Dipartimento per l'Energia, che ha basato le sue indagini sulla ricerca scientifica e non sull'intelligence, è giunto alla stessa conclusione dell'FBI. La questione è quindi ancora molto controversa.

Come dice il testo dell'atto firmato da Biden, lo scopo della desecretazione è chiarire l'origine del virus al fine di prevenire future pandemie. I documenti dovranno essere desecretati entro novanta giorni. L'atto specifica che i documenti dovranno contenere informazioni sulle attività del laboratorio di Wuhan sui coronavirus precedenti allo scoppio della pandemia, le attività commissionate al laboratorio dall'esercito cinese e i dettagli sulle malattie contratte dai dipendenti del laboratorio nell'autunno del 2019. Le uniche informazioni che potranno rimanere secretate sono quelle che potrebbero compromettere la sicurezza nazionale.

17 marzo 2023

Qualche esperimento sull'uso di ChatGPT per la scrittura di articoli


Recentemente ho provato a far scrivere a ChatGPT alcuni articoli su argomenti che conosco o di cui avevo già scritto sui miei blog per valutarne la qualità e per capire se questa tecnologia è pronta a sostituire gli scrittori umani.

Vediamo di seguito qualche esempio.


Articolo sulla storia di Take the A-Train di Duke Ellington


Come primo test ho chiesto a ChatGPT di scrivere un articolo sulla storia dello standard jazz Take the A-Train. La richiesta fatta a ChatGPT è stata: Scrivi un articolo in sette capoversi sulla storia di "Take the A-Train".

Il testo prodotto è il seguente (per un confronto con un articolo scritto da un umano sullo stesso tema, si può utilizzare questo scritto da me):

"Take the A-Train" è uno dei brani più celebri e iconici del jazz. Scritta da Billy Strayhorn nel 1939, la canzone è stata resa famosa dall'orchestra di Duke Ellington, che ne ha fatto uno dei suoi grandi successi.

Strayhorn compose "Take the A-Train" su commissione di Ellington, che gli chiese di scrivere un brano che rappresentasse la linea A del treno di New York, che collega il quartiere di Harlem con Brooklyn. Strayhorn si ispirò al ritmo del treno e alle stazioni della metropolitana, creando una melodia accattivante e ritmica che divenne subito un successo.

La versione di "Take the A-Train" incisa da Duke Ellington nel 1941 è diventata una delle registrazioni più famose del brano. L'arrangiamento di Ellington mescola elementi di jazz e di musica classica, con l'uso di sezioni di fiati e di percussioni che creano un suono unico e riconoscibile.

La canzone ebbe anche un grande impatto culturale. La linea A del treno era una delle poche che collegava i quartieri neri di Harlem con il resto della città, e "Take the A-Train" divenne un inno alla mobilità e alla libertà di movimento per la comunità afroamericana. Il brano divenne così un simbolo dell'emancipazione degli afroamericani negli anni '40.

"Take the A-Train" è stata eseguita da numerosi musicisti nel corso degli anni, e molti di loro hanno apportato le proprie modifiche e interpretazioni. Il brano è stato arrangiato in vari stili, dal jazz tradizionale al bebop e oltre.

Oltre ad essere uno dei brani più famosi del jazz, "Take the A-Train" è stato utilizzato anche in film, programmi televisivi e pubblicità. La canzone è stata interpretata da artisti di fama internazionale come Ella Fitzgerald, Louis Armstrong e Miles Davis, tra gli altri.

Il successo di "Take the A-Train" ha contribuito a consolidare la carriera di Billy Strayhorn, che diventò uno dei compositori più rispettati e influenti del jazz. La sua collaborazione con Duke Ellington, che durò per oltre trent'anni, produsse alcune delle registrazioni più importanti della storia del jazz.

In definitiva, "Take the A-Train" è un brano che rappresenta la storia del jazz e la sua capacità di influenzare la cultura popolare. La sua melodia accattivante e il suo ritmo incalzante continuano ad affascinare e a ispirare musicisti e appassionati di musica di tutto il mondo.


L'articolo scritto da ChatGPT è molto vago e superficiale. La richiesta era di scrivere la storia di Take the A-Train, ma di storico nel testo c'è pochissimo e soprattutto omette dettagli importanti, come il fatto che Ellington chiese a Strayhorn di comporre il pezzo perché gli serviva come nuova sigla delle sue esibizioni live per un problema di costi legati ai diritti di esecuzione dei suoi pezzi già editi, o che lo spartito originale di Take the A-Train fu recuperato dal figlio di Ellington dal cestino dei rifiuti perché a Strayhorn non piaceva e voleva scartarlo. In un articolo di storia del brano, perché questo era stato chiesto, questi dettagli sono imprescindibili.

L'articolo di ChatGPT contiene anche errori fattuali: Miles Davis, infatti, non ha mai inciso il brano. In ultimo lo stile di ChatGPT è scadente, nessun autore umano scriverebbe due volte melodia accattivante in sette capoversi.


Sintesi dell'articolo Getting bin Laden di Nicholas Schmindle


Nel secondo esperimento ho chiesto a ChatGPT di scrivere una sintesi dell'articolo Getting bin Laden di Nicholas Schmidle, pubblicato sul New Yorker ad agosto del 2011. L'articolo è particolarmente importante a livello storico perché è stato il primo racconto di come si svolse la missione che uccise Osama bin Laden. La richiesta a ChatGPT è stata: scrivi una sintesi in nove capoversi di getting bin laden di Nicholas Schmidle

ChatGPT ha prodotto il seguente testo (per un confronto con un testo scritto da un autore umano si può usare questo scritto da me):

"Getting Bin Laden" è un articolo di Nicholas Schmidle pubblicato sulla rivista New Yorker nel 2011. Il pezzo racconta la storia della missione che ha portato alla cattura e uccisione di Osama bin Laden, il leader di Al-Qaeda responsabile degli attentati dell'11 settembre 2001.

Schmidle ricostruisce i dettagli dell'operazione militare, che ha avuto luogo nella città pakistana di Abbottabad nel maggio 2011. Il pezzo si basa su interviste con diverse fonti, tra cui membri delle forze speciali americane e funzionari dell'intelligence.

Il pezzo descrive il processo di pianificazione dell'operazione, che ha richiesto mesi di lavoro e la collaborazione di numerose agenzie dell'intelligence. Schmidle descrive anche le sfide che le forze americane hanno dovuto affrontare, tra cui la mancanza di informazioni precise sulla posizione di bin Laden e le difficoltà di operare in un territorio ostile come il Pakistan.

Il pezzo si concentra poi sulla fase dell'operazione vera e propria, descrivendo l'assalto al complesso dove bin Laden si nascondeva e la sparatoria che ne è seguita. Schmidle racconta anche l'uccisione di bin Laden e il recupero dei documenti e dei dati informatici trovati nel complesso.

Il pezzo analizza anche le implicazioni politiche e diplomatiche dell'operazione, che ha suscitato molte reazioni in tutto il mondo. Schmidle descrive la decisione degli Stati Uniti di non informare il Pakistan dell'operazione e il rischio che ciò avrebbe potuto comportare per i rapporti tra i due paesi.

Infine, Schmidle sottolinea l'importanza dell'operazione per gli Stati Uniti e per il mondo intero. La cattura e uccisione di bin Laden rappresentava infatti una vittoria importante nella lotta al terrorismo e un segnale di speranza per le vittime degli attentati dell'11 settembre e per le loro famiglie.

In sintesi, "Getting Bin Laden" è un pezzo dettagliato e approfondito che racconta la storia della missione che ha portato alla cattura e uccisione di Osama bin Laden. Il pezzo fornisce numerosi dettagli sulle fasi dell'operazione, sui suoi protagonisti e sulle implicazioni politiche e diplomatiche dell'evento.


Anzitutto la richiesta era di produrre nove capoversi e ChatGPT ne ha scritti sette. In secondo luogo anche questa volta lo stile è molto scadente: il testo contiene cinque frasi che iniziano con il pezzo [verbo principale]. L'articolo di ChatGPT anche in questo caso non dice nulla del contenuto dell'articolo originale di cui avrebbe dovuto scrivere la sintesi: Schmindle descrive come la missione di Abbottabad è stata pianificata e svolta, ChatGPT si mantiene sempre a un livello vago e non dice niente del genere. Inoltre non riporta la data in cui il testo di Schmindle fu pubblicato, dettaglio che in una sintesi è molto importante.

In ogni caso la mancanza più grave è che ChatGPT sembra ignorare del tutto il contesto, ciò il fatto che lo scritto di Schindle è importante perché è il primo racconto della missione di Abbottabad basata sul racconto dei testimoni e che l'articolo uscì prima dei libri dei Navy SEALs Marc Bissonnette e Robert O'Neill che presero parte alla missione. Ho quindi chiesto più specificamente a Chat GTP: perché è importante "getting bin laden" di nicholas schmindle? e ChatGPT ha scritto quanto segue:

"Getting Bin Laden" di Nicholas Schmidle è un pezzo importante per diversi motivi.

In primo luogo, il pezzo fornisce una ricostruzione dettagliata della missione che ha portato alla cattura e uccisione di Osama bin Laden. Grazie alle interviste con fonti ufficiali e al suo lavoro di ricerca, Schmidle offre al lettore un quadro preciso dei dettagli dell'operazione, che fino ad allora erano rimasti segreti.

In secondo luogo, il pezzo analizza le implicazioni politiche e diplomatiche dell'operazione. La decisione degli Stati Uniti di non informare il Pakistan dell'operazione ha suscitato molte polemiche e ha avuto ripercussioni sui rapporti tra i due paesi. Schmidle analizza queste questioni in modo approfondito e fornisce al lettore un'ampia panoramica delle conseguenze dell'operazione.

In terzo luogo, il pezzo rappresenta una testimonianza preziosa per la storia della lotta al terrorismo. La cattura e uccisione di bin Laden rappresentano un evento storico di grande importanza, e "Getting Bin Laden" offre una narrazione dettagliata e documentata di questo evento.

Infine, il pezzo ha suscitato un grande interesse in tutto il mondo e ha generato un ampio dibattito sulla lotta al terrorismo e sui diritti umani. Grazie alla sua copertura mediatica e alla sua diffusione online, "Getting Bin Laden" ha contribuito ad alimentare il dibattito pubblico su questi importanti temi.


Questa volta ChatGPT corregge parzialmente la mancanza specificando che Schmidle offre al lettore un quadro preciso dei dettagli dell'operazione, che fino ad allora erano rimasti segreti, in ogni caso il riferimento è molto vago, qualunque autore umano avrebbe specificato che si tratta del primo racconto rispetto a quelli di Bissonnette e O'Neill. Inoltre ChatGPT ha aggiunto in questo secondo testo un errore macroscopico: Osama bin Laden non è stato catturato, ma ucciso sul posto.


Articolo sulla morte di Brandon Lee


Il terzo testa ha riguardato la richiesta di un articolo sulla morte di Brandon Lee, rimasto ucciso durante le riprese de Il Corvo a causa di un'ogiva rimasta incastrata in un arma usata sulla scena e di un proiettile che avrebbe dovuto essere inerte e che invece rimase erroneamente attivo. La richiesta a ChatGPT è stata scrivi un articolo che spieghi come è morto brandon lee

Il testo prodotto è il seguente (confrontabile con questo mio):

Brandon Lee è stato un giovane attore statunitense noto per la sua partecipazione al film del 1994 "Il corvo". La sua vita è stata tragicamente interrotta il 31 marzo 1993, a causa di un incidente sul set durante le riprese del film.

Lee stava girando una scena in cui il suo personaggio viene ucciso da una pistola caricata con proiettili a salve. Tuttavia, per qualche motivo, la pistola era stata caricata con un proiettile vero. Durante la ripresa della scena, Brandon Lee venne colpito al petto dal proiettile, causandogli ferite mortali.

I membri del cast e della troupe si resero immediatamente conto che c'era qualcosa che non andava e Brandon Lee venne portato d'urgenza in ospedale. Nonostante gli sforzi dei medici, Brandon Lee morì lo stesso giorno all'età di soli 28 anni. Il proiettile aveva causato danni irreparabili al suo corpo.

L'incidente venne immediatamente indagato dalla polizia e dagli esperti balistici. Scoprirono che la pistola era stata accidentalmente caricata con un proiettile vero, probabilmente a causa di una serie di errori umani e di problemi di comunicazione.

La produzione del film venne criticata per non aver garantito la sicurezza sul set e per non aver fatto abbastanza per prevenire l'incidente. Tuttavia, nessuna persona specifica venne accusata di negligenza o di essere responsabile della morte di Brandon Lee.

Dopo l'incidente, la produzione del film fu sospesa per un breve periodo di tempo. In seguito, vennero utilizzate tecniche di effetti speciali per completare alcune scene rimanenti in cui era coinvolto l'attore.

La morte di Brandon Lee fu una grande tragedia per la sua famiglia e per i suoi fan in tutto il mondo. Tuttavia, il suo lavoro e il suo impegno nel campo dell'arte e del cinema hanno lasciato un'impronta indelebile sulla cultura popolare.

L'incidente che causò la morte di Brandon Lee portò a una maggiore attenzione sulla sicurezza sul set e alla necessità di garantire standard elevati di sicurezza durante le riprese. La sua morte è stata un triste ricordo delle conseguenze che possono derivare dalla mancanza di attenzione e cura nel settore del cinema e dell'intrattenimento.


Anche in questo caso l'articolo non dice nulla di preciso, non dice dove è avvenuto l'incidente, come è avvenuta la sparatoria, né chi fossero gli attori o i personaggi coinvolti. L'errore più grave comunque riguarda questa frase Scoprirono che la pistola era stata accidentalmente caricata con un proiettile vero perché è oggettivamente falso che sia accaduto questo. Ho chiesto quindi a ChatGPT di correggere scrivendo è sbagliato, non è morto così. ChatGPT ha risposto come segue:

Mi scuso per l'errore precedente. Brandon Lee è morto a causa di un incidente sul set durante le riprese del film "Il corvo" nel 1993, ma la causa della morte non è stata causata da un proiettile vero come ho erroneamente scritto prima.

Durante le riprese di una scena in cui il personaggio di Brandon Lee viene colpito da un colpo di pistola, un frammento di proiettile rimasto all'interno del tamburo della pistola a salve utilizzata per la scena si è disintegrato. Il frammento ha causato una violenta esplosione nel tamburo, facendo volare una scheggia di metallo che ha colpito Lee al fianco.

Lee è stato subito portato in ospedale dove gli è stata fatta un'operazione d'urgenza, ma a causa delle ferite interne troppo gravi, è morto il giorno dopo. La causa della morte è stata una emorragia interna.

L'incidente ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza sul set e ha portato a una maggiore attenzione sui protocolli di sicurezza durante le riprese. La produzione del film è stata sospesa per diversi mesi, e la scena in cui Brandon Lee viene colpito è stata modificata utilizzando effetti speciali.

La morte di Brandon Lee è stata una grande perdita per il mondo del cinema, e molti fan hanno continuato a ricordarlo per il suo talento e la sua personalità affascinante.

La cosa interessante in questo caso è che ChatGPT riconosca in quale punto si trovi l'errore nel suo stesso testo, ma nel correggere inserisce altri due errori. L'ogiva rimasta incastrata (che ChatGPT definisce frammento) nell'arma non era nel tamburo (eventualità che avrebbe ridotto la possibilità di essere sparata dal revolver) ma nella canna, inoltre l'ogiva non ha colpito Lee al fianco ma in centro all'addome.


Recensioni di film simili


In ultimo ho chiesto, con due richieste diverse, a ChatGPT di scrivere recensioni di due film coevi che hanno alcuni elementi in comune: Dal Tramonto all'Alba di Robert Rodriguez del 1996 e Vampires di John Carpenter del 1998. Entrambi sono film di vampiri ambientanti nel deserto tra gli Stati Uniti e il Messico con ispirazione ai road movies degli anni 70. Di seguito la recensione di Vampires:
"Vampires" è un film horror del 1998 diretto da John Carpenter, basato sul romanzo "Vampires" di John Steakley. Il film segue un gruppo di cacciatori di vampiri guidati da Jack Crow, interpretato da James Woods, che cercano di sconfiggere il vampiro più antico e potente del mondo, Jan Valek.

Il film è una combinazione di azione, violenza e horror che rappresenta una versione più cruda e violenta dei classici film sui vampiri. La fotografia è scura e cupa, creando un'atmosfera tetra e inquietante che si adatta perfettamente al tema del film.

La performance di James Woods è eccezionale, interpretando il ruolo di un cacciatore di vampiri esperto e determinato. Il resto del cast è altrettanto bravo, in particolare Thomas Ian Griffith nel ruolo di Jan Valek, che è un vampiro spietato e malvagio.

La trama del film è ben sviluppata, con un buon equilibrio tra azione e suspense. Il film è in grado di mantenere lo spettatore incollato allo schermo grazie alle sequenze di combattimento intense e alle rivelazioni sul passato dei personaggi.

In sintesi, "Vampires" di John Carpenter è un film horror avvincente e spaventoso che si distingue per la sua violenza e l'atmosfera oscura. Se sei un fan dei film sui vampiri o dei film horror in generale, "Vampires" è sicuramente un film che devi vedere.

Nella recensione è presente un errore davvero piccolo, ma che ho comunque fatto notare a ChatGPT, il titolo del romanzo da cui è tratto Vampires infatti non è uguale a quello del film ma é scritto Vampire$. Ho scritto a ChatGTP solo hai sbagliato il titolo del romanzo da cui è tratto vampires, senza suggerire dove l'errore stesse, e mi ha risposto:
Mi scuso per l'errore. Effettivamente, ho commesso un errore nel mio messaggio precedente, il film "Vampires" del 1998 diretto da John Carpenter non è tratto da un romanzo, ma è una creazione originale dello stesso Carpenter. Grazie per avermelo fatto notare.

Ho risposto No, hai sbagliato. Vampires è tratto da un romanzo, ma qual è il titolo?. La risposta di ChatGPT è stata:
Mi scuso per la confusione precedente. "Vampires" è effettivamente tratto da un romanzo di John Steakley intitolato "Vampire$". Il film ha subito alcune modifiche rispetto al romanzo, ma ha comunque preso ispirazione dalle sue trame e dal suo universo narrativo. Grazie per avermelo fatto notare.

La richiesta di una precisazione ha quindi causato un errore più grave.

Vediamo ora quanto scritto per Dal Tramonto all'Alba:
"Dal Tramonto all'Alba" è un film del 1996 diretto da Robert Rodriguez, con la sceneggiatura di Quentin Tarantino, che ne è anche uno dei protagonisti insieme a George Clooney. La pellicola mescola abilmente elementi di crime, horror e azione in una trama audace e sorprendente.

La storia segue i fratelli criminali Seth e Richie Gecko (interpretati rispettivamente da Clooney e Tarantino), in fuga dalla polizia, che si rifugiano in un locale per camionisti messicano chiamato "Titty Twister". Lì, il gruppo si ritrova intrappolato in un inferno di vampiri assetati di sangue, costringendoli a unire le forze per sopravvivere fino all'alba.

Il film è una sorta di dichiarazione d'amore ai film di genere degli anni '70 e '80, con la regia di Rodriguez e la sceneggiatura di Tarantino che combinano elementi di exploitation, western e horror in una miscela esplosiva e spaventosa. La fotografia e la colonna sonora sono anche esse ottimamente curate, contribuendo a creare l'atmosfera inquietante che permea il film.

Clooney e Tarantino sono perfetti nei loro ruoli di criminali, con una chimica che funziona alla grande e un ottimo supporto da parte del resto del cast, tra cui Harvey Keitel e Juliette Lewis.

In generale, "Dal Tramonto all'Alba" è un film estremamente divertente e audace che si distingue per la sua trama sorprendente, la regia innovativa, le interpretazioni solide e l'atmosfera inquietante. Se sei un fan dei film di Tarantino o dei film di genere in generale, questo è sicuramente un film che devi vedere.


Tralasciando le ripetizioni presenti nella recensione di Dal Tramonto all'Alba (la trama è definita due volte audace e sorprendente), la cosa più evidente è che l'ultimo capoverso è praticamente identico a quello scritto per Vampires, così come lo sono le parti in cui ChatGPT commenta la recitazione dei protagonisti. In entrambe le recensioni ChatGPT usa le parole fotografia e atmosfera nella stessa frase, con aggettivi molto simili.

Le due recensioni sono quindi quasi intercambiabili, mentre nessun recensore umano scriverebbe la stessa recensione per due film diversi. Inoltre anche in questo caso stupisce un'importante omissione: nel nominare la colonna sonora di Dal Tramonto all'Alba la recensione non menziona nemmeno uno dei celebri musicisti che ne hanno preso parte, e parliamo di artisti del calibro di ZZ Top, Mavericks e Jimmie Vaughan.


Conclusioni e prossime prove


Da questi pochi test emerge che almeno in prima battuta l'intelligenza artificiale non sembra in grado di competere con gli scrittori umani, anzi il risultato è sempre sorprendentemente scadente. La scrittura è sciatta (oltre alle ripetizioni evidenziate sopra, quasi tutti gli articoli terminano con un capoverso che inizia con In conclusione, In sintesi, Infine o In definitiva), ChatGPT non sembra saper contestualizzare, scrive spesso cose sbagliate e non entra mai a un livello di dettaglio sufficiente anche solo per un articolo divulgativo come quelli chiesti negli esempi sopra riportati.

Queste prove non hanno alcuna pretesa di scientificità, ad esempio le richieste di correzione o approfondimento sono state poche e insistendo avremmo ottenuto risultati migliori. Inoltre lo strumento funziona sicuramente meglio in lingua inglese. In ogni caso da queste prime prove sembra che almeno in lingua italiana il livello delle composizioni è ancora notevolmente inadeguato.

3 marzo 2023

Secondo il Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti il COVID-19 è nato da un incidente di laboratorio


Il 26 febbraio scorso il Wall Street Journal ha riportato che la notizia che un rapporto (per ora non pubblica) del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti sosterrebbe che il virus SARS-CoV-2 si sarebbe diffuso a causa di un incidente di laboratorio. Quella del Dipartimento dell'Energia non è l'unica indagine condotta da enti americani sull'origine del virus; nel 2021 infatti l'amministrazione Biden aveva commissionato un'indagine alla United States Intelligence Community (ente federale che racchiude diciassette agenzie di intelligence) e il rapporto finale in quel caso concluse che quattro agenzie ritengono più probabile che si sia trattato di un'incidente nella catena alimentare, solo l'FBI ritiene più probabile l'incidente di laboratorio, mentre le altre non sono arrivate a stabilire quale ipotesi fosse più probabile.

Il Dipartimento dell'Energia, fondato negli anni 70 su iniziativa del Presidente Carter a seguito della crisi energetica del '73, oltre a occuparsi di energia gestisce una rete di laboratori che erano stati creati nell'ambito del Progetto Manhattan, programma di sviluppo di armi nucleari degli anni '40, e che conducono ricerche nel campo della biologia. Come spiega il Washington Post, il Dipartimento oggi include anche la Z-Division, gruppo di scienziati di eccellenza che dagli anni 60 indaga sui programmi di sviluppo di armi nucleari degli avversari degli USA, come Russia e Cina, e ne relaziona le agenzie di intelligence. Le conclusioni del Dipartimento sono quindi basate più sulla ricerca scientifica che sull'intelligence.

Secondo il New York Times alcuni funzionari degli Stati Uniti (di cui non viene chiarito a che ente appartengano) che hanno avuto accesso al rapporto ritengono che le evidenze portate dal Dipartimento siano deboli e che il livello di affidabilità è basso. Il New York Times aggiunge che i risultati del Dipartimento dell'Energia sono stati condivisi con altre agenzie (tra le quali si trovano probabilmente le quattro che avevano concluso che l'incidente naturale fosse più probabile) e nessuna di queste ha cambiato le proprie conclusioni.

Soli due giorni dopo l'articolo del Wall Street Journal, il direttore dell'FBI Christopher Wray ha ribadito in un'intervista a Fox News che l'agenzia da lui diretta ritiene che la causa più probabile del passaggio del virus all'uomo sia un incidente di laboratorio, confermando la propria posizione risalente all'indagine congiunta.

Quindi, se l'FBI e il Dipartimento per l'Energia concordano sull'incidente in laboratorio, non è meno importante che altre quattro agenzie abbiano un'opinione opposta. Inoltre nessuno degli enti coinvolti ritiene che il SARS-CoV2 sia un'arma biologica o un virus alterato: si è quindi con ogni probabilità trattato di un errore umano.

In ogni caso l'FBI è l'unico ad asserire che le proprie conclusioni abbiano affidabilità moderata, le altre agenzie e il Dipartimento dell'Energia attribuiscono bassa affidabilità al risultato delle proprie indagini. Ciò su cui comunque tutte le agenzie concordano è che la scarsa affidabilità dei risultati è dovuta al fatto che la Cina continua a ostacolare le indagini e questo di certo non aiuta a chiarire i dubbi sull'origine del virus.

25 novembre 2022

The Hawaiians, la squadra professionistica di football di Honololu


Tra il 1974 e il 1975 l'NFL subì la concorrenza di un'altra lega professionistica chiamata World Football League che nacque grazie agli sforzi dell'avvocato e imprenditore Gary Davidson. Davidson non era un volto nuovo nel panorama dello sport nordamericano, visto che in precedenza aveva contribuito alla fondazione di altre due leghe minori di buon successo quali la American Basketball Association e la World Hockey Association che contribuirono in modo fondamentale a forgiare la pallacanestro e l'hockey su ghiaccio come lo conosciamo oggi. La WFL giocò solo due stagioni, la seconda delle quali fu interrotta dopo tredici partite di regular season contro le diciotto previste inizialmente. La lega era composta da tredici squadre di cui dodici posizionate negli Stati Uniti continentali più una a Honolulu che ad oggi rimane la squadra di football hawaiana di maggiore successo, la squadra era chiamata The Hawaiians.

Il nome della squadra fu scelto con un sondaggio che vide in realtà come vincitore il nome di Honolulu Warriors, tale nome però non poté essere scelto perché esisteva giù una squadra che si chiamava così. Al secondo posto arrivò il nome Allis che significa nobiltà in hawaiano, ma anche questa seconda scelta fu scartata perché era impossibile da capire per chiunque al di fuori delle Hawaii. Al terzo posto arrivò il nome The Hawaiians che aveva superato altre proposte come Volcanos, Surf, Breakers, Fighting Pineapples o Tourists.

Gli Hawaiians non furono la prima squadra professionistica con sede alle Hawaii, prima di loro ci furono infatti Hawaii Chiefs dell'American Basketball League che giocarono la stagione 1961/1962 a Honolulu prima di trasferirsi a Long Beach in California e gli Hawaii Islanders che giocarono nella Triple-A dal 1961 al 1987 quando si spostarono a Colorado Springs.

Gli Hawaiians giocarono la prima stagione all'Honolulu Stadium e la seconda all'Aloha Stadium. Chiusero la prima stagione, che si giocò tra luglio e dicembre, con nove vittorie e undici sconfitte, qualificandosi per i playoff e perdendo in semifinale contro i Birmingham Americans che vinsero poi il campionato battendo in finale i Florida Blazers. La stagione 1975 iniziò a luglio come la precedente e quando la stagione si interruppe gli Hawaiians avevano all'attivo quattro vittorie e sette sconfitte. In entrambe le stagioni furono guidati dal coach Mike Giddings che negli anni 60 aveva allenato la squadra universitaria degli Utah Redskins. Nonostante le difficoltà economiche che portarono la lega alla chiusura, gli Hawaiians furono una delle squadre più solide riuscendo ad essere una delle tre franchigie a non saltare neanche un pagamento degli stipendi nei due anni di attività.


Tra le fila degli Hawaiians giocarono anche giocatori di un certo rilievo, tra cui spiccano l'offensive lineman John Wilbur e il running back Calvin Hill entrambi provenienti dall'NFL e che ci sarebbero tornati dopo le due stagioni della WFL.

Contrariamente alle altre due leghe create da Gary Davidson, la WFL non terminò con una fusione con la lega principale, ma tutte le squadre terminarono la propria attività alla chiusura della lega. Ad oggi Honolulu non è sede di nessuna squadra di rilievo e il football resta confinato tra i quarantotto stati contigui degli USA continentali. L'NFL non sembra al momento intenzionata ad estendersi fuori dai confini, è ad esempio l'unica delle quattro leghe principali a non avere squadre in Canada, ed è quindi purtroppo improbabile che in un prossimo futuro la palla ovale torni alle Hawaii a rinverdire la tradizione degli Hawaiians della WFL.


Fonti: