Una delle teorie della cospirazione più diffuse in campo informatico è quella relativa a un presunto videogioco arcade, chiamato Polybius, che la CIA avrebbe diffuso nei primi anni 80. Polybius avrebbe causato disturbi psichici nei giocatori, quali amnesie, incubi o comportamenti violenti. Periodicamente i manutentori di Polybius, descritti come uomini vestiti di nero, aprivano le cabine del gioco per prelevare i dati relativi alle performance dei giocatori. Le cabine di Polybius sarebbero rimaste nelle sale giochi per poco più di un mese per poi essere ritirate e non essere mai più riviste da nessuna parte. Polybius viene descritto come un gioco di guerra di ambientazione spaziale dai colori vivaci che cambiano repentinamente.
La prima menzione a questo fantomatico videogioco si trova in un articolo di coinop.org. La data di creazione della pagina come riportata in fondo all'articolo stesso è il 3 agosto del 1998, ma secondo un'analisi del documentario di Stuart Brown POLYBIUS - The Video Game That Doesn't Exist la pagina sarebbe invece stata creata nel 2000. Coinop.org riporta che i giocatori di Polybius manifestavano sintomi come non ricordare il proprio nome o il proprio indirizzo, oppure violenti incubi notturni o ancora manifestare repulsione verso qualunque forma di videogioco. Secondo coinop.org il gioco risalirebbe al 1981 e ne esistevano non più di due installazioni in altrettante sale giochi della periferia di Portland, curiosamente l'articolo non chiarisce a quale delle oltre venti città degli Stati Uniti chiamate Portland stia facendo riferimento, rendendo così molto più difficile verificare dove queste installazioni si sarebbero trovate. Il nome della società produttrice di Polybius sarebbe Sinneslöschen, parola senza senso di apparente origine tedesca e nata dalla crasi di sinnes (che significa sensi) e löschen (che significa perdere). Questo neoconio significherebbe quindi perdere i sensi. Il nome di Polybius è invece ispirato a quello dello storico greco Polibio, abitante della capitale dell'Arcadia, da cui deriva il moderno termine arcade.
Per alcuni anni la leggenda di Polybius non ebbe diffusione, fino a quando venne menzionato all'interno di un articolo intitolato Secrets & Lies pubblicato sul numero di settembre 2003 della rivista specialistica GamePro. L'articolo conclude che non vi è mai stata alcuna prova del fatto che Polybius sia mai veramente esistito e definisce inconclusive la verifica sul fatto che il governo avesse realizzato un gioco per cancellare le menti dei giovani.
Da allora emersero in rete numerose testimonianze di persone che sostenevano di avere avuto un ruolo nello sviluppo di Polybius. Uno di questi rilasciò una testimonianza pubblicata su Geocities con il nome di PRG017, l'uomo sostiene di essere un programmatore della SEGA e che la sua azienda ricevette l'incarico dalla Sinneslöschen di sviluppare un gioco che stimolasse specifiche aree del cervello. PRG017 aggiunge che parte del codice di Polybius che alterava la mente dei giocatori fu usato dieci anni dopo per il BIOS della prima versione della console Sega Genesis.
Nel marzo del 2006 un uomo che si firmava come Steven Roach postò un commento all'articolo originale di coinop.org in cui diceva di essere uno dei fondatori di Sinneslöschen e che la compagnia era stata fondata in Cecoslovacchia nel 1978. Sinneslöschen ottenne l'incarico di sviluppare Polybius da una società sudamericana (di cui omette il nome) e che solo sette cabine del gioco furono distribuite a Portland, nell'Oregon, per essere poi ritirate poco dopo perché un ragazzo fu colto da un attacco di epilessia mentre vi giocava. Secondo Roach il gioco era molto richiesto e accanto alle cabine si formavano code di persone che volevano giocare e sfidarsi. Roach riportò la sua versione dei fatti anche altrove, intervenendo con lunghi post sul forum Retrogamer e anche rilasciando un'intervista alla rivista online GamePulse. La versione di Roach contiene una serie di assurdità piuttosto evidenti. Anzitutto negli anni 70 la Cecoslovacchia era un membro del Patto di Varsavia ed è quindi molto improbabile che un'azienda di quella zona possa essere stata coinvolta nella realizzazione di un gioco che doveva essere destinato al mercato americano. Inoltre non ha alcun senso che un gioco venga ritirato dopo un solo caso di attacco epilettico senza ulteriori verifiche; ad esempio il ragazzo colto dall'attacco poteva soffrire di epilessia anche prima e indipendentemente dall'aver giocato a Polybius. Nel 2009 coinop.org aggiunse una nota piè di pagina al suo articolo in cui prendeva le distanze dalle affermazioni di Roach sostenendo che le informazioni fossero errate, tuttavia lo fa in modo molto vago perché le contestazioni che aggiunge (che Polybius non e un gioco con grafica vettoriale e che non è un prototipo del ben noto Tempest di Atari) non fanno riferimento alle affermazioni di Steven Roach ma a quelle di altri commentatori.
Le informazioni sull'esistenza di Polybius sono quindi completamente aneddotiche. L'ipotesi più probabile che è si tratti di una burla di coinop.org per creare una leggenda metropolitana e aumentare le visite al proprio sito; alla creazione di questa leggenda si sarebbero aggiunte in seguito altre persone (probabilmente slegate da coinop.org) che si sarebbero vantate di aver avuto ruoli in realtà inesistenti.
Come è facile verificare, infatti, nessun brevetto con il nome Polybius fu depositato nel 1981, non ne è mai stata trovata la ROM, né ne è stata mai fatta menzione sui giornali specialisti dell'epoca. Inoltre a seguito di una richiesta FOIA del 2017 anche l'FBI ammise di non aver notizie dell'esistenza di un gioco chiamato Polybius.
E' probabile che gli autori di coinop.org si siano ispirati a veri casi di cronaca avvenuti a Portland, nell'Oregon, nel 1981 quando un dodicenne ebbe dolori di stomaco dopo aver giocato per ventotto ore ad Asteoroids, nel tentativo di battere un record mondiale, e un altro giocatore fu vittima di emicrania mentre giocava al già citato Tempest.
Sfruttando la fama di questa leggenda metropolitana, alcune software house hanno creato negli anni giochi chiamati Polybius ispirandosi alle descrizioni originali. Il più celebre di questi è sicuramente quello per PC creato da Rogue Synapse nel 2007. La società infatti registrò anche il dominio internet sinnesloschen.com da cui era possibile scaricare Polybius gratuitamente. Nello stesso anno il proprietario di Rogue Synapse fondò anche una società chiamata Sinnesloschen in Texas. Per questa nuova versione del gioco alcuni artisti grafici crearono una cabina arcade con la grafica originale, che talvolta viene scambiata per una vera cabina del fantomatico Polybius degli anni 80.
Nel 2013 fu creato un Polybius per Atari 2600 e nel 2017 ne venne creata anche una versione per PlayStation 4 dalla software house Llamasoft. Uno degli autori di quest'ultimo, Jeff Minter, disse dapprima di aver voluto ricreare il Polybius originale a cui aveva giocato a Basingstoke, in Inghilterra, nei primi anni 80; ma in seguito ammise di essersi ispirato alla famosa leggenda.
Polybius è quindi solo una leggenda metropolitana di successo che l'ambientazione rétro e molti pregiudizi sul mondo dei videogiochi hanno contribuito a diffondere. Ma sicuramente nessun giovane videogiocatore degli anni 80 si è imbattuto in questi famigerati men in black di Portland, perché non sono mai esistiti.
La prima menzione a questo fantomatico videogioco si trova in un articolo di coinop.org. La data di creazione della pagina come riportata in fondo all'articolo stesso è il 3 agosto del 1998, ma secondo un'analisi del documentario di Stuart Brown POLYBIUS - The Video Game That Doesn't Exist la pagina sarebbe invece stata creata nel 2000. Coinop.org riporta che i giocatori di Polybius manifestavano sintomi come non ricordare il proprio nome o il proprio indirizzo, oppure violenti incubi notturni o ancora manifestare repulsione verso qualunque forma di videogioco. Secondo coinop.org il gioco risalirebbe al 1981 e ne esistevano non più di due installazioni in altrettante sale giochi della periferia di Portland, curiosamente l'articolo non chiarisce a quale delle oltre venti città degli Stati Uniti chiamate Portland stia facendo riferimento, rendendo così molto più difficile verificare dove queste installazioni si sarebbero trovate. Il nome della società produttrice di Polybius sarebbe Sinneslöschen, parola senza senso di apparente origine tedesca e nata dalla crasi di sinnes (che significa sensi) e löschen (che significa perdere). Questo neoconio significherebbe quindi perdere i sensi. Il nome di Polybius è invece ispirato a quello dello storico greco Polibio, abitante della capitale dell'Arcadia, da cui deriva il moderno termine arcade.
Per alcuni anni la leggenda di Polybius non ebbe diffusione, fino a quando venne menzionato all'interno di un articolo intitolato Secrets & Lies pubblicato sul numero di settembre 2003 della rivista specialistica GamePro. L'articolo conclude che non vi è mai stata alcuna prova del fatto che Polybius sia mai veramente esistito e definisce inconclusive la verifica sul fatto che il governo avesse realizzato un gioco per cancellare le menti dei giovani.
Da allora emersero in rete numerose testimonianze di persone che sostenevano di avere avuto un ruolo nello sviluppo di Polybius. Uno di questi rilasciò una testimonianza pubblicata su Geocities con il nome di PRG017, l'uomo sostiene di essere un programmatore della SEGA e che la sua azienda ricevette l'incarico dalla Sinneslöschen di sviluppare un gioco che stimolasse specifiche aree del cervello. PRG017 aggiunge che parte del codice di Polybius che alterava la mente dei giocatori fu usato dieci anni dopo per il BIOS della prima versione della console Sega Genesis.
Nel marzo del 2006 un uomo che si firmava come Steven Roach postò un commento all'articolo originale di coinop.org in cui diceva di essere uno dei fondatori di Sinneslöschen e che la compagnia era stata fondata in Cecoslovacchia nel 1978. Sinneslöschen ottenne l'incarico di sviluppare Polybius da una società sudamericana (di cui omette il nome) e che solo sette cabine del gioco furono distribuite a Portland, nell'Oregon, per essere poi ritirate poco dopo perché un ragazzo fu colto da un attacco di epilessia mentre vi giocava. Secondo Roach il gioco era molto richiesto e accanto alle cabine si formavano code di persone che volevano giocare e sfidarsi. Roach riportò la sua versione dei fatti anche altrove, intervenendo con lunghi post sul forum Retrogamer e anche rilasciando un'intervista alla rivista online GamePulse. La versione di Roach contiene una serie di assurdità piuttosto evidenti. Anzitutto negli anni 70 la Cecoslovacchia era un membro del Patto di Varsavia ed è quindi molto improbabile che un'azienda di quella zona possa essere stata coinvolta nella realizzazione di un gioco che doveva essere destinato al mercato americano. Inoltre non ha alcun senso che un gioco venga ritirato dopo un solo caso di attacco epilettico senza ulteriori verifiche; ad esempio il ragazzo colto dall'attacco poteva soffrire di epilessia anche prima e indipendentemente dall'aver giocato a Polybius. Nel 2009 coinop.org aggiunse una nota piè di pagina al suo articolo in cui prendeva le distanze dalle affermazioni di Roach sostenendo che le informazioni fossero errate, tuttavia lo fa in modo molto vago perché le contestazioni che aggiunge (che Polybius non e un gioco con grafica vettoriale e che non è un prototipo del ben noto Tempest di Atari) non fanno riferimento alle affermazioni di Steven Roach ma a quelle di altri commentatori.
Le informazioni sull'esistenza di Polybius sono quindi completamente aneddotiche. L'ipotesi più probabile che è si tratti di una burla di coinop.org per creare una leggenda metropolitana e aumentare le visite al proprio sito; alla creazione di questa leggenda si sarebbero aggiunte in seguito altre persone (probabilmente slegate da coinop.org) che si sarebbero vantate di aver avuto ruoli in realtà inesistenti.
Come è facile verificare, infatti, nessun brevetto con il nome Polybius fu depositato nel 1981, non ne è mai stata trovata la ROM, né ne è stata mai fatta menzione sui giornali specialisti dell'epoca. Inoltre a seguito di una richiesta FOIA del 2017 anche l'FBI ammise di non aver notizie dell'esistenza di un gioco chiamato Polybius.
E' probabile che gli autori di coinop.org si siano ispirati a veri casi di cronaca avvenuti a Portland, nell'Oregon, nel 1981 quando un dodicenne ebbe dolori di stomaco dopo aver giocato per ventotto ore ad Asteoroids, nel tentativo di battere un record mondiale, e un altro giocatore fu vittima di emicrania mentre giocava al già citato Tempest.
Sfruttando la fama di questa leggenda metropolitana, alcune software house hanno creato negli anni giochi chiamati Polybius ispirandosi alle descrizioni originali. Il più celebre di questi è sicuramente quello per PC creato da Rogue Synapse nel 2007. La società infatti registrò anche il dominio internet sinnesloschen.com da cui era possibile scaricare Polybius gratuitamente. Nello stesso anno il proprietario di Rogue Synapse fondò anche una società chiamata Sinnesloschen in Texas. Per questa nuova versione del gioco alcuni artisti grafici crearono una cabina arcade con la grafica originale, che talvolta viene scambiata per una vera cabina del fantomatico Polybius degli anni 80.
Nel 2013 fu creato un Polybius per Atari 2600 e nel 2017 ne venne creata anche una versione per PlayStation 4 dalla software house Llamasoft. Uno degli autori di quest'ultimo, Jeff Minter, disse dapprima di aver voluto ricreare il Polybius originale a cui aveva giocato a Basingstoke, in Inghilterra, nei primi anni 80; ma in seguito ammise di essersi ispirato alla famosa leggenda.
Polybius è quindi solo una leggenda metropolitana di successo che l'ambientazione rétro e molti pregiudizi sul mondo dei videogiochi hanno contribuito a diffondere. Ma sicuramente nessun giovane videogiocatore degli anni 80 si è imbattuto in questi famigerati men in black di Portland, perché non sono mai esistiti.
Nessun commento:
Posta un commento