4 giugno 2021

SanPa: la serie di Netflix su San Patrignano

Dall'inizio del 2021 SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano è tra le serie più viste su Netflix, e non potrebbe essere diversamente vista l'importanza e l'attualità dei temi trattati e visto quanto gli stessi facciano ancora discutere. La serie in cinque puntate racconta la storia della comunità per il recupero di tossicodipendenti sorta a Coriano, in provincia di Rimini, dalla fondazione fino alla morte del suo celebre fondatore Vincenzo Muccioli.


SanPa ricostruisce la storia della comunità attraverso il racconto diretto di moltissime persone coinvolte: dalla famiglia di Muccioli, ai ragazzi che ci hanno vissuto, dai suoi oppositori fino ai suoi sostenitori. Il quadro che ne emerge è quanto più complesso non potrebbe essere; fin da subito infatti Muccioli usò tecniche non ortodosse, rinunciando all'uso del metadone e curando i tossicodipendenti solo con la comprensione e riempiendo le loro vite di attività diverse nella cura degli animali e nel lavoro presso la comunità. In breve tempo San Patrignano crebbe e la gestione divenne sempre più complicata; Muccioli delegò alcune responsabilità alle persone sbagliate e la mortale combinazione di responsabili violenti e dell'illusione che la tossicodipendenza si possa sconfiggere senza l'aiuto della medicina portò la comunità a perdere il controllo, almeno in parte, di ciò che succedeva al suo interno. Il risultato furono reclusioni, incatenamenti, pestaggi, suicidi, stupri e almeno in un caso anche un omicidio.

Muccioli dovette affrontare ovviamente anche conseguenze legali che andarono dall'abuso edilizio, fino al favoreggiamento nell'omicidio di Roberto Maranzano, uccio a San Patrignano e gettato in una discarica a Napoli in modo da sviare la indagini. La serie dà egual spazio agli estimatori di Muccioli e ai suoi detrattori, lasciando allo spettatore il compito di trarre le proprie conclusioni. Conclusioni che in realtà sono impossibili da trarre. Il quadro più probabile che ne emerge è quello di un uomo animato da buone intenzioni, che si è poi trovato a fronteggiare una situazione incredibilmente complessa e cresciuta oltre le sue previsioni iniziali. Secondo i sostenitori, Muccioli dovette collaborare nella copertura dell'omicidio per evitare che la comunità crollasse e i ragazzi ricadessero nella tossicodipendenza; dovette quindi nascondere una morte per evitare che ne seguissero altre migliaia. Secondo gli accusatori, nessuna buona intenzione può giustificare il sostegno anche tacito a degli assassini. Impossibile districarsi in questo guazzabuglio. Il gomitolo si intreccia ancora di più nel finale che tratta della morte del fondatore, le cui cause sono ancora avvolte nel mistero e su cui aleggia il dubbio che abbia contratto l'AIDS all'interno della comunità stessa.

Alla fine la conclusione più equilibrata sembra essere quella di sospendere il giudizio: Muccioli non era un eroe e nemmeno un criminale. Vincenzo Muccioli era un uomo sicuramente coraggioso, che si è imbarcato in un'avventura gigantesca che lo ha costretto a compromessi alle volte orribili. Se abbia fatto bene o meno è probabilmente una domanda senza risposta.

4 commenti:

  1. Piero Villaggio ha detto di recente che Muccioli ha sbagliato tante cose, pur non essendo un uomo cattivo. credo che la sua testimonianza sia attendibile, essendo stato lui stesso ospite della comunità. cito anche fabrizio de André, tanto per restare in tema, dato che scrisse lo splendido "cantico dei drogati" una volta affermò che non trovava così tanto merito nella virtù né così tanta colpa nell'errore. aveva ragione. spesso siamo noi che giudichiamo l'operato di una persona senza conoscerla e soprattutto attraverso i nostri parametri di giudizio. detto questo, non sono del tutto d'accordo circa il far diventare la vicenda di san patrignano una serie televisiva. abbiamo bisogno di sapere come andarono davvero le cose, ma non dobbiamo per questo cadere in facili spettacolarizzazioni, che hanno come scopo principale il profitto, non certo l'informare correttamente le persone. comunque va bene anche netflix, "purché se ne parli", come diceva qualcuno..ti saluto.

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    1. Con serie televisiva però non si intende fiction. È un documentario in cinque puntate, secondo me va benissimo invece perché è un documentario che informa su una vicenda della storia contemporanea.

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    2. non ho netflix...è vero, ho pensato male. siamo spesso abituati a trasposizioni televisive che hanno il solo scopo di intrattenere lo spettatore..forse non è il caso di questo documentario ma, ripeto, so a malapena cosa sia netflix ! in ogni caso mi hai messo curiosità, magari è la volta buona che mi abbono !

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    3. Secondo me ne vale la pena. Per questa serie e per molte altre.

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