17 maggio 2019

Le teorie del complotto sulla morte di Robert Kennedy

I fatti di base


Il 6 giugno del 1968 il senatore Robert Francis Kennedy, fratello minore dell'ex presidente John Fitzgerald Kennedy e spesso indicato con l'acronimo RFK, morì al Good Samaritan Hospital di Los Angeles dopo che due giorni prima fu ferito da vari colpi di arma di fuoco sparati contro di lui da un immigrato palestinese di nome Sirhan Sirhan mentre il senatore attraversava una dispensa delle cucine dell'Ambassador Hotel, nel quartiere Mid-Wilshire.

Il 4 giugno si erano svolte in California le primarie presidenziali del partito democratico, Robert Kennedy superò Eugene McCarthy con il 46% dei voti contro il 42%. Poco dopo la mezzanotte il senatore neo-vincitore incontrò i propri sostenitori in una sala dell'Ambassador Hotel, sul palco con lui c'erano circa venti persone, tra cui la moglie Ethel che tempo era incinta del loro undicesimo figlio Rory. Kennedy concluse la conferenza tra la gioia del pubblico ringraziando chi lo aveva votato e auspicando di riscuotere lo stesso successo alle elezioni in Illinois la settimana dopo.

Concluso l'incontro con il pubblico Kennedy avrebbe dovuto spostarsi in un'altra sala per una conferenza stampa e il suo staff gli consigliò di passare attraverso una dispensa delle cucine per prendere la strada più breve. Durante il tragitto il senatore venne attorniato da molti sostenitori, dovendosi fermare più volte per stringere le mani delle persone attorno a sé. Kennedy veniva accompagnato tra la folla da un folto gruppo di persone. Davanti a lui si trovavano il membro dello staff dell'hotel Karl Uecker, il produttore televisivo Richard Lubic e due guardie del corpo quali il decatleta Rafer Johnson e il giocatore della NFL Rosey Grier. Seguivano Kennedy il sostenitore Paul Schrade e la guardia giurata Thane Eugene Cesar.

Mentre Kennedy attraversava la dispensa, Sirhan Sirhan, che si era nascosto dietro a una macchina per il ghiaccio, si avvicinò frontalmente al senatore (come rappresentato nell'immagine seguente) e al gruppo di persone che camminava con lui e sparò due colpi proprio verso Robert Kennedy.


Uecker, Johnson e Grier, immobilizzarono Sirhan bloccandolo sopra un tavolo alla sua destra, ma questi continuò a sparare in mezzo alla folla colpendo nuovamente Kennedy e altre persone. Il tutto avvenne in pochi secondi e in mezzo a una grande confusione, essendoci nella dispensa quasi ottanta persone.

Robert Francis Kennedy morirà in ospedale ventisei ore dopo. Nonostante la dinamica dei fatti sia assolutamente ovvia e indichi che l'unico responsabile della morte del senatore fu Sirhan Sirhan, negli anni si sono moltiplicate le teorie della cospirazione secondo cui Robert Kennedy sarebbe stato eliminato da una cospirazione governativa.


Il numero e la traiettoria dei colpi


Dall'autopsia effettuata sul cadavere dal celebre medico legale Thomas Noguchi (che eseguì anche le autopsie di Marilyn Monroe, Sharon Tate e John Belushi) risultò che Robert Kennedy fu raggiunto da quattro colpi, di cui due letali, tutti sparatigli da dietro e da distanza ravvicinata. Sulle prime può sembrare impossibile che Kennedy sia stato colpito da dietro, perché Sirhan gli si presentò di fronte. In base a questa apparente contraddizione i teorici del complotto ipotizzano la presenza di un secondo sparatore giungendo così a supporre che Cesar faccia parte del complotto e che sia stato lui a sparare a Kennedy i colpi mortali.

Per verificare quanto in realtà accaduto, il programma televisivo Unsolved History nella puntata dedicata alla morte di RFK realizzò una simulazione in una stanza che avesse le stesse caratteristiche della dispensa dell'Ambassador Hotel e con attori dalla caratteristiche fisiche simili a quelle delle persone coinvolte. Sul corpo dell'attore che interpreta Kennedy sono anche stati posti dei puntatori laser in corrispondenza dei proiettili che hanno colpito in senatore, in modo da verificare che il punto di provenienza dello sparo fosse compatibile con la posizione della pistola di Sirhan.

La ricostruzione ha determinato che il fatto che Kennedy sia stato colpito da dietro è in realtà perfettamente ragionevole, perché il senatore ebbe il tempo di capire cosa stava succedendo e si girò alla sua sinistra abbassandosi nel tentativo si sfuggire ai colpi, volgendo quindi la schiena a Sirahn.

Dall'autopsia di Noguchi risulta anche, in base alla presenza di particelle metalliche e polvere da sparo rinvenute sul corpo di Kennedy, che il revolver di Sirhan si trovava a meno di dieci centimetri dalla vittima al momento dell'esplosione dei colpi. Questo risultato è in contraddizione con le testimonianze dei presenti tra cui Paul Shrade che asserì che la pistola di Sirhan si doveva trovare a più di quaranta centimetri da Kennedy. Secondo altri testimoni la pistola era a più di un metro da Kennedy.


Tuttavia la stessa ricostruzione di Unsolved History ha dimostrato è perfettamente plausibile che Sirhan sia arrivato a pochi centimetri da Kennedy, perché questi lottava per avvicinarsi il più possibile e perché dietro al senatore si trovava una folla di quasi ottanta persone che camminavano in avanti, spingendo di fatto Kennedy verso il suo assassino.

La polizia riuscì a ricostruire durante le indagini la traiettoria di tutti gli otto i colpi sparati da Sirhan, il risultato è illustrato dall'immagine sopra da cui si evince anche che l'attentatore si trovava effettivamente molto vicino al senatore se si considera che Sirahn era pressato contro il tavolo e che il suo braccio era ovviamente proteso verso Kennedy.


La registrazione audio di Stanislaw Pruszynski


Tra le oltre ottanta persone che affollavano la dispensa dell'Ambassador si trovava anche il giornalista polacco Stanislaw Pruszynski che al tempo lavorava come freelance per diverse testate canadesi. Dopo la conferenza Pruszynski non spense il proprio registratore e seguì Kennedy fino alla dispensa, registrando così i colpì sparati da Sirhan. L'FBI valutò la registrazione nel 1969, ma non vi trovò nulla di utile. Tuttavia secondo un'analisi del 2005 del'ingegnere elettronico olandese Phil Van Praag, nella registrazione si sentirebbero tredici colpi, che Sirhan non avrebbe potuto sparare da solo perché il revolver in suo possesso aveva solo otto colpi.

Due anni dopo la pubblicazione dell'analisi di Van Praag, il file audio è stato esaminato esaminato da due pool di esperti: Philip Harrison e Peter French nel Regno Unito, e Steve Barber, Chad Zimmerman e Michael O'Dell negli USA. Secondo entrambi i gruppi di analisti, i suoni riconducibili a colpi di arma da fuoco sono solo otto, confermando così che Sirhan possa aver agito da solo. Gli altri cinque suoni sono notevolmente diversi per tono e durata e devono quindi avere spiegazioni diverse. Gli altri rumori, che Van Praag aveva interpretato come spari, potrebbero essere rumori di fondo come palloncini esplosi, porte chiuse di schianto o il corpo stesso di Kennedy che cadeva al suolo.

I teorici del complotto ovviamente non credono alla smentita degli esperti e sostengono che Cesar sia stato il secondo sparatore, in quanto lo stesso Cesar ammise in varie testimonianze di non nutrire simpatie per Kennedy, così come per il fratello John. Tuttavia Cesar quella sera aveva con sé una pistola calibro .38, e non una .22, è quindi impossibile che abbia sparato lui i colpi rinvenuti nel corpo di Kennedy i quali erano proprio calibro .22. Cesar infatti non fu mai incriminato. Negli anni 90 Cesar si sottopose anche al test del poligrafo, che superò senza problemi.


La pistola sbagliata


Tra le prove presentate davanti al gran giurì furono prodotti quattro proiettili trovati sulla scena del crimine; sulla busta che li conteneva, che venne predisposta dal criminologo dell'LAPD DeWayne Wolfer, il numero di serie della pistola non corrispondeva a quella effettivamente usata da Sirhan Sirhan. Secondo i teorici del complotto, questo proverebbe che la polizia stava nascondendo le prove o che al momento della sparatoria erano presenti sulla scena due armi.

Anzitutto va notato che questa teoria è incredibilmente debole, i complottisti ci stanno dicendo che i cospiratori, che sono stati così bravi a nascondere il secondo aggressore e ad architettare un piano incredibilmente complesso, avrebbero poi rovinato tutto rivelando un indicibile segreto davanti al gran giurì.

Il revolver calibro .22 usato da Sirhan Sirhan per uccidere Robert Kennedy

In questo caso l'anomalia, che evidentemente esiste davvero, si spiega banalmente con un errore umano. Dopo la sparatoria all'Ambassador Hotel, Wolfer si dotò di una pistola Iver Johnson calibro .22 simile a quella di Sirhan per eseguire dei test del suono e della rigatura impressa dalla canna sui proiettili. Prima di consegnare le prove al gran giurì gli fu fornita anche la vera pistola usata da Sirhan e i proiettili sparati all'Ambassador in modo che potesse confrontare i risultati. Al momento di predisporre le prove per il tribunale, Wolfer scrisse sulla busta per errore il numero della pistola sbagliata. Anziché riportare H53725, che era il numero della pistola di Sirhan, scrisse H18602, che era il numero della pistola usata per i test. Si trattò quindi solo di un semplice errore e non della volontà di nascondere il vero numero di serie della pistola di Sirhan.


La ragazza con il vestito a pois


Una sostenitrice di Kennedy, Sandra Serrano, riportò di aver visto una ragazza con un vestito a pois (polka-dots, in inglese) fuggire dalla scena del crimine attraverso una scala antincendio esterna. Durante la fuga la ragazza avrebbe urlato "We shot him! We shot him!" ("Lo abbiamo ucciso! Lo abbiamo ucciso!"), la Serrano raccontò quindi di aver fermato la ragazza e di averle chiesto di chi stesse parlando. La misteriosa ragazza con il vestito a pois avrebbe risposto "Il Senatore Kennedy". Secondo i teorici del complotto la testimonianza di Sandra Serrano proverebbe che Sirhan Sirhan non agì da solo e che la misteriosa donna dal vestito a pois sarebbe parte della cospirazione.

Anche in questo caso va anzitutto notato che secondo i complottisti chi ha ordito il complotto per uccidere Kennedy sarebbe stato così poco accorto da rivelarlo urlando su una scala antincendio. Se il buon senso non basta, Sandra Serrano fu comunque sottoposta al test del poligrafo da cui risultò che la storia della ragazza dal vestito a pois non era vera. La Serrano potrebbe aver preso spunto da una persona vista realmente, infatti la Special Unit Senator, unità speciale della polizia assemblata apposta per indagare sulla morte di RFK, individuò sei donne che potevano corrispondere alla descrizione della ragazza con il vestito a pois. Una di queste, la studentessa Valerie Schulte, si presentò alla polizia dicendo di essere stata presente al momento della sparatoria nella dispensa, di essere probabilmente la donna vista da Sandra Serrano e mostrò agli inquirenti il vestito verde a pois dorati che indossava quella sera all'Ambassador Hotel. La polizia indagò su Valerie Schulte e chiarì che la donna era completamente estranea ai fatti.


Sirhan Sirhan agì da solo


Gli anni 60 negli USA furono un periodo di grande fermento e oltre a Robert Kennedy vennero uccise altre figure di riferimento quali John Kennedy nel 1963, Malcom X nel 1965 e Martin Luther King solo due mesi prima di RFK. Ognuno di questi omicidi ha dato vita a numerose teorie della cospirazione, ma così come negli altri casi anche quelle sulla morte di Robert Kennedy sono completamente infondate e non reggono alla prova dei fatti. La verifica delle teorie alternative porta a confermare l'esito delle indagini ufficiali: Sirhan Sirhan agì da solo e non venne inviato da nessun organo governativo ad uccidere il senatore Kennedy. L'attentatore giustificò il proprio gesto dicendo che il suo odio verso Robert Kennedy era dovuto all'appoggio del senatore a Israele; infatti l'attentato avvenne nel primo anniversario della guerra dei sei giorni.

Sirhan fu condannato a morte, pena che nel 1972 gli fu convertita in ergastolo a seguito dell'abolizione della pena capitale in California (poi reintrodotta). Ad oggi Sirhan sta scontando la sua pena nel carcere di Pleasant Valley a Coalinga, in California.


Cosa resta oggi dell'Ambassador Hotel


L'Ambassador Hotel, inaugurato nel 1921, continuò a funzionare come albergo al 1989 e da allora venne utilizzato per altri quindici anni come location per eventi privati o cinematografici. Nel 2005 iniziò ad essere demolito al fine di costruire un edificio scolastico al suo posto.

La nuova struttura fu inaugurata nel 2009 con il nome di Robert F. Kennedy Community School. Il nuovo edificio riprende il chiave moderna gli stilemi architettonici dell'Ambassador Hotel e rispetto allo storico albergo mantiene solo la hall e una parete del celebre locale notturno Cocoanut Groove dove oggi sorge l'auditorium della scuola.


La Robert F. Kennedy Community School ospita più di cinquecento aule e può ospitare fino a 4200 studenti dai 5 ai 18 anni.

Nel 2010 è stato inaugurato, al di fuori della scuola, il Robert Kennedy Inspiration Park che si estende per oltre quattrocento metri quadri. All'interno di esso sorge un memoriale in marmo dedicato proprio a Robert Kennedy che riporta un ritratto del senatore assassinato e su cui sono incise frase dello stesse Kennedy e di altri autori come George Bernard Shaw, Cesar Chavez e Maya Angelou.




Più recentemente, nel 2016, il consorzio artistico Branded Arts ha realizzato una serie di murales nel complesso, tra cui un ritratto di Robert Kennedy che troneggia sopra l'ingresso della biblioteca, sotto al viso di RFK è riportata una sua celebre frase che dice:

"Coloro che hanno il coraggio di affrontare il conflitto morale si troveranno circondati da compagni in ogni angolo del mondo."


Al posto dell'albergo, che fu sede di una tragedia, sorge quindi oggi un luogo pieno di speranza che vuole essere di ispirazione per i giovani che vi vengono a studiare in memoria di un uomo che avrebbe scritto la storia dell'America e del mondo, se un pazzo solitario non avesse deciso di ucciderlo durante la sua scalata alla presidenza degli Stati Uniti.



Fonti: