23 novembre 2020

La morte di Heath Ledger


Il 22 gennaio del 2008 Heath Ledger, uno degli attori più promettenti del cinema del nuovo millennio, fu trovato senza vita nel suo appartamento al numero 421 di Broome Street, nel quartiere di SoHo di Manhattan, ucciso da un cocktail letale di farmaci. L'attore australiano si trovava a New York per girare il film The Imaginarium of Doctor Parnassus, uscito postumo l'anno seguente. Avrebbe compiuto ventinove anni poco più di due mesi dopo e aveva da poco finito di girare il secondo capitolo della trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan, The Dark Knight, nei panni del Joker, che gli valse un Oscar come migliore attore non protagonista e che quando l'attore morì era in fase di post-produzione.


Per accertare la causa della morte di Heath Ledger fu necessaria anche un'indagine federale da parte della DEA, ma tuttora a più di dieci anni molti sostengono ancora che le cose siano andate diversamente.


I fatti di base


Heath Ledger si era trasferito in un loft a SoHo pochi mesi prima di perdere la vita, dopo essere stato cacciato dalla casa nel quartiere Boerum Hill di Brooklyn in cui aveva vissuto con l'attrice Michelle Williams da cui nel 2005 aveva avuto una figlia. Ledger prese quindi in affitto il loft di SoHo di circa quattrocento metri quadri che gli costava venticinquemila dollari al mese.

Il 21 gennaio del 2008 Heath parlò al telefono con la sorella Kate Ledger che si trovava a Perth. Kate rivelò in seguito che il fratello le era sembrato allegro, di buon umore e che non manifestò nessun segno che lasciasse pensare a tendenze suicide.

Non sappiamo a che ora Heath si stese a letto quella sera, ma sappiamo che alle 12:30 del 22 gennaio, quando arrivò la governante Teresa Solomon, stava ancora dormendo. Intorno alle 13 la donna entrò nella stanza dell'attore e lo sentì russare; pensando che non ci fosse nulla di allarmante proseguì quindi nel suo lavoro. Alle 14:45 arrivò nel loft anche la massaggiatrice Diana Wolozin con cui Ledger aveva un appuntamento. Non vedendolo arrivare provò a chiamarlo al cellulare intorno alle 15, ma non ottenne risposta. La massaggiatrice entrò quindi nella camera in cui dormiva l'attore e lo trovò ancora steso a letto, cercò di svegliarlo ma Heath Ledger non si muoveva. Diana si allarmò, prese il cellulare di Heath e premette il tasto di chiamata rapida con cui chiamò l'attrice Mary-Kate Olsen, amica di Heath Ledger, per chiederle aiuto. La Olsen, che si trovava in California, disse che avrebbe chiamato una società di bodyguard privata a New York di sua conoscenza e fiducia. Diana alle 15:26 chiamò il 911 che le diede istruzioni telefoniche su come provare a rianimarlo, ma i tentativi furono vani.

I paramedici arrivarono alle 15:33, quasi in contemporanea con le guardie personali chiamate da Mary-Kate. Gli operatori sanitari stesero Heath sul pavimento dove provarono a rianimarlo con un defibrillatore, ma neanche questo tentativo servì. Alle 15:36 Heath Ledger fu dichiarato morto. In quegli istanti concitati, arrivò sulla scena anche la polizia di New York che interrogò subito i cinque testimoni: Teresa Solomon, Diana Wolozin e le tre guardie private. Gli agenti conclusero che non c'era motivo di pensare che Heath Ledger fosse stato ucciso, perché i testimoni collaboravano con gli inquirenti e dalle loro testimonianze non emerse nulla di sospetto. L'unico problema che emerse fu che Diana Wolozin non aveva la licenza per fare la massaggiatrice e il suo lavoro era quindi illegale, ma questo ovviamente non fa pensare a un omicidio.

Nella stanza fu trovata una confezione di sonniferi e altrove nella casa altre medicine che richiedono prescrizione medica. L'amico Gerry Grennell, che visse con Ledger negli ultimi mesi della sua vita a SoHo, confermò che Heath aveva problemi a dormire e che usava dosi eccessive di medicinali per cercare un po' di riposo. L'autopsia confermò infatti che Heath Ledger era morto per overdose accidentale di sonniferi, antidolorifici e ansiolitici. Una nota scritta del medico legale chiarì che l'intossicazione era stata causata dagli effetti combinati di ossicodone, idrocodone, diazepam, temazepam, alprazolam e doxilamina.

Chiarita la causa del decesso, restò da chiarire perché Ledger ingerisse una tale quantità di farmaci e chi glieli avesse prescritti. Infatti è molto raro che un medico prescriva diazepam, alprazolam e temazepam a un singolo paziente; ancora meno probabile era che li prescrivesse a un paziente che già assumeva ossicodone o idrocodone.


Le indagini


La Drug Enforcement Administration indagò su due medici, a Houston e a Los Angeles, che avevano prescritto medicinali a Heath Ledger nel periodo precedente alla sua morte. L'agenzia stabilì comunque che nessuno dei due aveva prescritto a Ledger le medicine che lo avevano ucciso, ma gli avevano dato prescrizioni per altri medicinali; i due medici furono quindi scagionati. Nell'ambito della medesima indagine, Mary-Kate Olsen dichiarò che non avrebbe parlato agli inquirenti se non le fosse stata garantita l'immunità, l'avvocato dell'attrice aggiunse che a dispetto delle speculazioni dei tabloid la sua cliente non aveva fornito i farmaci a Ledger e non sapeva da dove questi li avesse presi.


Il 6 agosto l'indagine venne chiusa senza che la Olsen venisse chiamata a testimoniare, il coroner stabilì che Heath Ledger era morto per intossicazione involontaria da farmaci. La DEA non riuscì a chiarire chi avesse fornito a Ledger i medicinali che lo hanno condotto alla morte, l'agenzia ritiene che l'attore se li fosse procurati con prescrizioni false o con altri simili mezzi illegali. L'unico colpevole della morte di Heath Ledger è quindi Heath Ledger stesso.

Nel 2017 il patologo forense Jason Payne-James studiò il caso per la puntata della trasmissione televisiva Autopsy: The Last Hours of... dedicata a Heath Ledger e giunse alla conclusione che l'attore sarebbe sopravvissuto se solo avesse tolto dalla combinazione letale l'idrocodone e l'ossicodone. Payne-James aggiunse che Ledger soffriva di un'infiammazione al petto, che gli causava una tosse fastidiosa, che contribuì al blocco respiratorio che lo uccise.


Il suicidio di Andrew Koenig e la presunta maledizione del Joker


Due anni dopo la morte di Heath Ledger un altro attore che aveva interpretato il Joker perse la vita in circostanze tragiche. Il 25 febbraio l'attore Andrew Koenig, che aveva interpretato il Joker nel cortometraggio Batman: Dead End del 2003 diretto da Sandy Collora, fu trovato impiccato nello Stanely Park di Vancouver, vittima di un apparente suicidio. Da allora si è diffusa in rete la teoria del complotto della maledizione del Joker secondo cui chiunque abbia interpretato il celebre antagonista di Batman avrebbe avuto conseguenze funeste.

Andrew Koenig nei panni del Joker

In realtà Heath Ledger ed Andrew Koenig sono gli unici casi del genere, perché altri attori che hanno interpretato il Joker, come Jack Nicholson, Cesar Romero, Joaquin Phoenix e Jared Leto, non hanno avuto conseguenze negative e la loro carriera è proseguita senza particolari problemi. Quella della maledizione del Joker è quindi solo una leggenda metropolitana.

2 commenti:

  1. persona intelligente e profonda, era solito immergersi oserei dire "alla perfezione" nei suoi personaggi. un aneddoto racconta che durante la scena dell'interrogatorio de "il cavaliere oscuro" chiese a Christian Bale, il batman di quel film, di picchiarlo realmente. un altro aneddoto dice che lui era solito lamentarsi del fatto che le persone quando ti incontrano ti chiedono sempre come va il lavoro piuttosto che altre formalità e nessuno ti chiede mai se sei felice. forse questi aneddoti ci aiutano a capire meglio perché fosse dipendente da sostanze psicoattive. non è stato ucciso, anche se immagino si sprechino anche qui varie teorie del complotto, piuttosto è stato - se si può dire poeticamente - una vittima della società. una società che non ha capito il suo disagio e colto la sua sensibilità. ti saluto.

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  2. Sono d'accordo. Un bravissimo attore che ha avuto poche possibilità di mettere in atto il suo talento, ucciso dallo stress a cui era sottoposto dal suo lavoro.

    Veramente confidavo un te per sapere se esiste qualche teoria di Adam Kadmon su di lui, ma questa volta mi sa che non c'è. Meglio così.

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