1 giugno 2020

La necessità di una commissione d'indagine internazionale sulla pandemia da COVID-19

Una traduzione in inglese è disponibile qui.

La pandemia da COVID-19 sta ancora attanagliando il mondo, e se i numeri dei casi positivi stanno scendendo in Europa e Nord America, il Sud America e l'Africa sono ancora alle prese con la malattia nei suoi aspetti peggiori. Globalmente si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, anche se nessuno sa come sarà cambiata la vita quotidiana quando raggiungeremo quella luce.

I primi mesi dell'emergenza sanitaria ci hanno abituato a vivere nel dubbio: le informazioni erano caotiche, contraddittorie e poco chiare. All'inizio questo aspetto causava smarrimento, nel giro di breve è diventato routine.


Ma ora che la Fase 2 è iniziata in vari paesi e si inizia a pensare che il peggio sia alle spalle, nasce la consapevolezza che in un prossimo futuro saranno necessarie indagini approfondite e indipendenti su cosa è successo, sul perché, su cosa è andato bene e cosa è andato male.

Le domande su come è passato questo virus all'uomo sono ancora troppe. Quale animale ha fatto da tramite tra il pipistrello e l'uomo? Quando? La Cina ha sottovalutato la situazione o sono stati i governi occidentali a non capirne la gravità e prendere contromisure? Una commissione dovrebbe chiarire questi dubbi e quali sono stati i passaggi cruciali e accertarli una volta per tutti, in modo anche da togliere ogni pretesto di tensione tra Cina e Stati Uniti, prima che questa porti a una nuova guerra fredda dalle conseguenze ancora peggiori rispetto alla pandemia.

Uno sforzo simile a quello che sarebbe necessario ora fu fatto dalla provincia dell'Ontario quando indisse una commissione per indagare sulla SARS, ricostruendo i fatti dalla nascita del virus dai wet market della provincia cinese di Guangdong fino alla risposta sanitaria in Canada. La SARS fu molto più mortale del COVID-19, ma anche molto meno diffusa, con soli 8000 casi al mondo, ed è quindi normale che solo il Canada fosse interessato ad indagare quanto accaduto.

Una commissione indipendente dovrebbe ora chiarire almeno questi punti:
  • quando il virus è passato dall'animale all'uomo
  • cosa è successo al mercato di Wuhan all'inizio di dicembre dello scorso anno
  • come si è sparso nei cinque continenti
  • cosa è stato fatto correttamente dagli stati che hanno fronteggiato la pandemia
  • cosa è stato fatto in modo scorretto dalle stesse nazioni
  • quali procedure dovranno essere messe in atto d'ora in avanti per evitare future pandemie o per migliorare la reazione

La vera sfida sarà mettere in campo un team di esperti a livello internazionale, perché non esiste un precedente del genere. Nella storia recente abbiamo visto commissioni internazionali indagare sulle violazioni dei diritti umani in luoghi come la Siria o il Darfur, ma si trattava di commissioni istituite dalle Nazioni Uniti e nel caso del COVID-19 uno scenario analogo è impensabile per via della pressione che la Cina potrebbe esercitare compromettendo la neutralità. E anche la Russia di Putin difficilmente vorrà partecipare a un'indagine che potrebbe mettere in luce la sua mirata campagna di disinformazione e le minacce ai medici perché tacessero sulle reali dimensioni della diffusione della malattia.

Il meglio che si può sperare è un'indagine congiunta dei paesi dell'area NATO; gli Stati Uniti sono il paese che ha la maggiore esperienza di commissioni di indagine, e non si tratta di veline governative ma di vere indagini indipendenti, come confermato nei casi recenti del Muller Report sul Russiagate o dal 9/11 Commission Report. Sicuramente gli USA potranno avere un ruolo di guida in un'ipotetica e auspicabile commissione sul COVID-19, ma questa volta potrebbero e dovrebbero farsi aiutare dai propri alleati. Sarebbe un evento senza precedenti, ma lo è anche la pandemia da COVID-19.

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