L'Internet Research Agency (in russo Агентство интернет-исследований, indicata per brevità anche come IRA) è una società russa con sede a San Pietroburgo il cui scopo è produrre account fittizi su social network, giornali online e siti di hosting di video in streaming allo scopo di promuovere gli interessi del governo russo.
La prima notizia su un media occidentale dell'esistenza di questa agenzia risale al 2014, a seguito dell'invasione russa della Crimea, quando il giornale online BuzzFeed pubblicò un articolo secondo cui un hacker russo aveva pubblicato delle email di alcuni manager della Internet Research Agency i quali istruivano i dipendenti su come gli account fake da loro creati avrebbero dovuto comportarsi sulle pagine dei giornali americani che trattavano della crisi ucraina.
L'agenzia nacque del 2013 e attualmente ha la sua sede principale al numero 55 di Ulitsa Savushkina, nel distretto Primorkij di San Pietroburgo. Presso il palazzo lavoravano nel 2017 circa mille persone e il numero dei dipendenti è in crescita, visto che nel 2014 erano 600; in ogni caso è difficile conoscere il numero preciso dei dipendenti dell'IRA perché molti lavorano da remoto. Ognuno dei dipendenti deve scrivere almeno 100 commenti al giorno. Il principale finanziatore dell'IRA è l'imprenditore russo Yevgeny Prigozhin il quale usa una serie di società di cui è proprietario per gestire i propri averi e anche per far giungere i finanziamenti alla fabbrica dei troll. Prigozhin è ovviamente uno stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin.
Gli account fake dall'IRA (detti anche troll, per via delle loro attività di disturbo) si comportano in modo molto vario al fine di diffondere le idee per le quali sono progettati. Alcuni di essi fingono di essere vere agenzie di informazione e diffondono notizie false che ricevono interazioni (come like o commenti) da parte di altri account anch'essi creati dall'IRA che si spacciano per persone vere. In questo modo le notizie create ad arte per indirizzare l'opinione pubblica assumono maggiore visibilità sulle varie piattaforme e risultano di norma più credibili per i lettori meno accorti. Il New York Times, ad esempio, scrisse che nel 2014 un account riconducibile all'IRA diffuse su Twitter la notizia di un'esplosione a un'impianto chimico in Louisiana che sarebbe stato rivendicato dall'ISIS. Alcuni dei commentatori della notizia criticavano l'amministrazione Obama per non essere abbastanza determinata nella guerra all'ISIS in Medio Oriente. In questo caso l'account fittizio aveva anche creato screenshot realistici della pagine di media attendibili come la CNN e anche un clone funzionante della TV locale Louisiana TV. Ovviamente nella realtà non ci fu nessuna esplosione.
Poco dopo il fatto della presunta esplosione in Louisiana, lo stesso account di Twitter riportò le notizie, anch'esse inventate, di un'epidemia di ebola ad Atlanta e di una donna di colore uccisa da un poliziotto nella stessa città.
Nel 2019 è stato pubblicato quello che ad oggi resta il più importante studio sull'attività dell'IRA, ovvero il rapporto della commissione guidata da Robert Mueller, consigliere speciale del Department of Justice, per indagare l'influenza dei troll russi sulle elezioni americane del 2016. Secondo il Mueller Report, come è comunemente noto, le indagini della commissione dimostrarono che Donald Trump beneficiò durante la sua campagna elettorale del supporto dei troll dell'Internet Research Agency che diffusero contenuti in suo sostegno sui social network. In questo caso l'IRA creò numerosi account di cittadini americani fasulli con cui fece anche promozione a pagamento dei propri post, alcuni di questi account pubblicizzarono anche eventi pubblici a favore di Donald Trump di alcuni dei quali non esiste evidenza che si siano svolti davvero.
Nel 2016 i troll russi sostennero anche la campagna a favore della Brexit con il contributo di un gruppo autonomi iraniano. Inoltre, secondo quanto sostenuto dall'esperto di terrorismo e intelligence Malcolm Nance nel libro The Plot to Destroy Democracy del 2018 e dal rapporto della United States Intelligence Community Assessing Russian Activities and Intentions in Recent US Elections, l'IRA tuttora influisce nelle elezioni europee a favore dei movimenti della destra sovranista.
I principali social network si stanno impegnando per cancellare gli account dei troll, ma la lotta contro la disinformazione è molti difficile perché gli account fake vengono ricreati ogni giorno. L'IRA è un vero e proprio strumento di propaganda del Cremlino e saper distinguere notizie vere dalle fake news è sempre più importante per evitare di dare sostegno a regimi spalleggiati dalla Russia di Putin sulla base di informazioni false diffuse appositamente.
La prima notizia su un media occidentale dell'esistenza di questa agenzia risale al 2014, a seguito dell'invasione russa della Crimea, quando il giornale online BuzzFeed pubblicò un articolo secondo cui un hacker russo aveva pubblicato delle email di alcuni manager della Internet Research Agency i quali istruivano i dipendenti su come gli account fake da loro creati avrebbero dovuto comportarsi sulle pagine dei giornali americani che trattavano della crisi ucraina.
L'attuale sede dell'Internet Research Agency |
L'agenzia nacque del 2013 e attualmente ha la sua sede principale al numero 55 di Ulitsa Savushkina, nel distretto Primorkij di San Pietroburgo. Presso il palazzo lavoravano nel 2017 circa mille persone e il numero dei dipendenti è in crescita, visto che nel 2014 erano 600; in ogni caso è difficile conoscere il numero preciso dei dipendenti dell'IRA perché molti lavorano da remoto. Ognuno dei dipendenti deve scrivere almeno 100 commenti al giorno. Il principale finanziatore dell'IRA è l'imprenditore russo Yevgeny Prigozhin il quale usa una serie di società di cui è proprietario per gestire i propri averi e anche per far giungere i finanziamenti alla fabbrica dei troll. Prigozhin è ovviamente uno stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin.
Gli account fake dall'IRA (detti anche troll, per via delle loro attività di disturbo) si comportano in modo molto vario al fine di diffondere le idee per le quali sono progettati. Alcuni di essi fingono di essere vere agenzie di informazione e diffondono notizie false che ricevono interazioni (come like o commenti) da parte di altri account anch'essi creati dall'IRA che si spacciano per persone vere. In questo modo le notizie create ad arte per indirizzare l'opinione pubblica assumono maggiore visibilità sulle varie piattaforme e risultano di norma più credibili per i lettori meno accorti. Il New York Times, ad esempio, scrisse che nel 2014 un account riconducibile all'IRA diffuse su Twitter la notizia di un'esplosione a un'impianto chimico in Louisiana che sarebbe stato rivendicato dall'ISIS. Alcuni dei commentatori della notizia criticavano l'amministrazione Obama per non essere abbastanza determinata nella guerra all'ISIS in Medio Oriente. In questo caso l'account fittizio aveva anche creato screenshot realistici della pagine di media attendibili come la CNN e anche un clone funzionante della TV locale Louisiana TV. Ovviamente nella realtà non ci fu nessuna esplosione.
Lo screenshot fasullo della CNN creato dai troll della Internet Research Agency |
Poco dopo il fatto della presunta esplosione in Louisiana, lo stesso account di Twitter riportò le notizie, anch'esse inventate, di un'epidemia di ebola ad Atlanta e di una donna di colore uccisa da un poliziotto nella stessa città.
Nel 2019 è stato pubblicato quello che ad oggi resta il più importante studio sull'attività dell'IRA, ovvero il rapporto della commissione guidata da Robert Mueller, consigliere speciale del Department of Justice, per indagare l'influenza dei troll russi sulle elezioni americane del 2016. Secondo il Mueller Report, come è comunemente noto, le indagini della commissione dimostrarono che Donald Trump beneficiò durante la sua campagna elettorale del supporto dei troll dell'Internet Research Agency che diffusero contenuti in suo sostegno sui social network. In questo caso l'IRA creò numerosi account di cittadini americani fasulli con cui fece anche promozione a pagamento dei propri post, alcuni di questi account pubblicizzarono anche eventi pubblici a favore di Donald Trump di alcuni dei quali non esiste evidenza che si siano svolti davvero.
Nel 2016 i troll russi sostennero anche la campagna a favore della Brexit con il contributo di un gruppo autonomi iraniano. Inoltre, secondo quanto sostenuto dall'esperto di terrorismo e intelligence Malcolm Nance nel libro The Plot to Destroy Democracy del 2018 e dal rapporto della United States Intelligence Community Assessing Russian Activities and Intentions in Recent US Elections, l'IRA tuttora influisce nelle elezioni europee a favore dei movimenti della destra sovranista.
I principali social network si stanno impegnando per cancellare gli account dei troll, ma la lotta contro la disinformazione è molti difficile perché gli account fake vengono ricreati ogni giorno. L'IRA è un vero e proprio strumento di propaganda del Cremlino e saper distinguere notizie vere dalle fake news è sempre più importante per evitare di dare sostegno a regimi spalleggiati dalla Russia di Putin sulla base di informazioni false diffuse appositamente.
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