Secondo un rapporto interno all'Unione Europea redatto dal servizio per l'azione esterna, alcuni organi legati al Cremlino starebbero compiendo una campagna di disinformazione sull'epidemia di COVID-19 al fine di rallentare e compromettere l'efficacia della reazione in Europa e negli USA.
Il rapporto di nove pagine è stato visionato dalla CNN, dal Financial Times e dalla Reuters. Secondo le tre fonti i troll russi starebbero diffondendo sui principali social network notizie false e contraddittorie sulla diffusione del virus in modo da minare la fiducia dei lettori nelle autorità sanitarie e politiche dei propri paesi. I contenuti di disinformazione sarebbero prodotti in rete in inglese, spagnolo, italiano, tedesco, francese, russo e arabo.
Basta una semplice ricerca sul web per verificare che molti articoli sulle teorie cospirazioniste di Russia Today, ad esempio, non prendono mai posizioni nette contro l'ipotesi che il virus sia stato costruito in laboratorio in USA o in Cina. Articoli come questo, sull'ipotesi che il virus sia entrato a Wuhan in occasione dei giochi delle forze armate del 2019, concludono dicendo che non c'è unanimità di pensiero sull'origine del virus, lasciando nel lettore l'impressione che l'ipotesi complottista abbia la stessa validità di quella sostenuta dalla comunità scientifica secondo cui il virus ha origine naturale. In quest'altro articolo di Russia Today vengono definite less orthodox theories quelle secondo cui il virus è stato diffuso intenzionalmente dagli USA in Cina e Iran, lasciando intendere che quelle secondo cui il virus sia stato diffuso involontariamente dagli atleti americani in Cina siano teorie più ortodosse.
Tra i casi citati dal rapporto c'è quello della notizia di un soldato americano risultato positivo al virus in Lituania; secondo il giornale lituano che ha pubblicato la notizia la stessa è finita online sul loro sito per opera di hacker russi, la pagina è infatti stata ritirata in mezz'ora. Nel commentare l'evento il giornale The Baltic Times aggiunge che la più grave minaccia all'informazione in Lituania viene dai servizi segreti e dall'intelligence russa.
Inoltre i media e i troll russi starebbero diffondendo fake news secondo cui le misure messe in atto nei paesi europei non sono efficaci e non stanno dando i risultati attesi, mentre i numeri almeno in Italia confermano il contrario, al fine di far crescere la sfiducia di chi legge nei propri governi. Sempre secondo il rapporto dell'Unione Europea i troll russi avrebbero diffuso la notizia infondata secondo cui il primo ministro slovacco Peter Pellegrini sarebbe risultato positivo al tampone a seguito di un ricovero a fine febbraio e avrebbe contagiato altri capi di stato e di governo di altri paesi europei durante degli incontri internazionali: la notizia era priva di fondamento.
La Russia non è nuova a queste campagne di disinformazione, ora più che mai possono fare danni enormi ed è quindi opportuno non credere alle notizie lette sul web in assenza di solide conferme ed evidenze per evitare di peggiorare gli effetti dell'epidemia per colpa di un regime dittatoriale.
Il rapporto di nove pagine è stato visionato dalla CNN, dal Financial Times e dalla Reuters. Secondo le tre fonti i troll russi starebbero diffondendo sui principali social network notizie false e contraddittorie sulla diffusione del virus in modo da minare la fiducia dei lettori nelle autorità sanitarie e politiche dei propri paesi. I contenuti di disinformazione sarebbero prodotti in rete in inglese, spagnolo, italiano, tedesco, francese, russo e arabo.
Basta una semplice ricerca sul web per verificare che molti articoli sulle teorie cospirazioniste di Russia Today, ad esempio, non prendono mai posizioni nette contro l'ipotesi che il virus sia stato costruito in laboratorio in USA o in Cina. Articoli come questo, sull'ipotesi che il virus sia entrato a Wuhan in occasione dei giochi delle forze armate del 2019, concludono dicendo che non c'è unanimità di pensiero sull'origine del virus, lasciando nel lettore l'impressione che l'ipotesi complottista abbia la stessa validità di quella sostenuta dalla comunità scientifica secondo cui il virus ha origine naturale. In quest'altro articolo di Russia Today vengono definite less orthodox theories quelle secondo cui il virus è stato diffuso intenzionalmente dagli USA in Cina e Iran, lasciando intendere che quelle secondo cui il virus sia stato diffuso involontariamente dagli atleti americani in Cina siano teorie più ortodosse.
Tra i casi citati dal rapporto c'è quello della notizia di un soldato americano risultato positivo al virus in Lituania; secondo il giornale lituano che ha pubblicato la notizia la stessa è finita online sul loro sito per opera di hacker russi, la pagina è infatti stata ritirata in mezz'ora. Nel commentare l'evento il giornale The Baltic Times aggiunge che la più grave minaccia all'informazione in Lituania viene dai servizi segreti e dall'intelligence russa.
Inoltre i media e i troll russi starebbero diffondendo fake news secondo cui le misure messe in atto nei paesi europei non sono efficaci e non stanno dando i risultati attesi, mentre i numeri almeno in Italia confermano il contrario, al fine di far crescere la sfiducia di chi legge nei propri governi. Sempre secondo il rapporto dell'Unione Europea i troll russi avrebbero diffuso la notizia infondata secondo cui il primo ministro slovacco Peter Pellegrini sarebbe risultato positivo al tampone a seguito di un ricovero a fine febbraio e avrebbe contagiato altri capi di stato e di governo di altri paesi europei durante degli incontri internazionali: la notizia era priva di fondamento.
La Russia non è nuova a queste campagne di disinformazione, ora più che mai possono fare danni enormi ed è quindi opportuno non credere alle notizie lette sul web in assenza di solide conferme ed evidenze per evitare di peggiorare gli effetti dell'epidemia per colpa di un regime dittatoriale.
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